Centrale nella diretta di questa sera del documentario – in onda nella seconda serata di Rai 3 – ‘La verità del male – Il processo Priebke‘ sarà la figura dell’ex capitano delle SS Erich Priebke che si macchiò dell’atroce reato dell’eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo del 1943, analizzando il partire il lungo e travagliato processo che l’ex Gestapo subì dopo essere fuggito dal nostro paese prima dell’estradizione: tra queste righe invece, più che parlare del processo – che comunque troverete riassunto in un articolo simile a questo – vogliamo soffermarci più sulla figura di Erich Priebke per rispondere alla domanda “chi è”, o – meglio – “chi era” dato che è morto poco più di 10 anni fa.
Per rispondere alla domanda “chi era Erich Priebke” – ovviamente – dobbiamo partire dall’inizio della sua vita che ci parla di un’infanzia come molte altre trascorsa alle porte di Berlino e sconvolta dalle prematura morte dei genitori: allevato dallo zio, è entrato nel mondo del lavoro da giovanissimo con un impiego da cameriere che gli permise di girare mezza Europa; mentre dal 1933 (all’età di vent’anni) scelse di aderire al Partito Nazionalsocialista prima di entrare – questo tre anni più tardi – nella famigerata Gestapo di Adolf Hitler.
Chi era Erich Priebke: dall’eccidio delle Fosse Ardeatine alla fuga in Argentina, è morto nel 2013
Da quel momento la vita di Erich Priebke fu un crescendo di ruoli importanti all’interno dei comandi militari del Terzo Reich, finendo di istanza in Italia – prima a Roma, poi a Brescia e nuovamente a Roma – e conquistando il grado di Capitano (in tedesco ‘Hauptsturmführer’) delle SS nella brigata del tenente colonnello Herbert Kappler che all’epoca – siamo grosso modo nel 1942 – era di istanza come comandante delle SD romane.
Fu proprio nel periodo romano che Erich Priebke assisté all’armistizio dell’8 settembre di Cassabile incappando nella resistenza armata dei partigiani italiani che il 23 marzo causò la morte di 33 soldati grazie a 18 kg di esplosivo nascosto in un cassone della spazzatura: una mossa che fu alla base dell’ordine che portò all’eccidio delle Fosse Ardeatine che costò la vita a più di 300 – dieci per ogni soldato tedesco – prigionieri italiani al quale lo stesso Capitano delle SS partecipò prendendo parte alle fucilazioni e stilando l’elenco dei condannati.
Al di là dell’eccidio – anche questo analizzato in un altro articolo -, rispondendo sempre alla domanda “chi era Erich Priebke” vale la pena ricordare che dopo la resa tedesca fu catturato e riuscì a scappare dal carcere di Rimini, seguendo la ‘ratline’ che condusse lui – e numerosi altri criminali di guerra – in Argentina: qui venne scoperto da una troupe televisiva della ABC che permise al governo italiano di chiederne l’estradizione perché si sottoponesse a processo; mentre nonostante fu condannato all’ergastolo ottenne i domiciliari, morendo – senza mai pentirsi dell’eccidio, ma anzi lasciando un testamento di rivendicazioni – all’età di 100 anni a Roma nel 2013.