Ivano Marescotti, la moglie Erika: “Combatteva contro un tumore“
La morte di Ivano Marescotti ha lasciato un vuoto incolmabile nella vita della moglie, Erika Leonelli. Intervistata dal Corriere di Bologna, la donna ha rivelato come nell’ultimo periodo le condizioni dell’attore si fossero aggravate: “Da oltre un mese era piuttosto debilitato, ma le sue condizioni di salute si sono aggravate improvvisamente e irreversibilmente nell’ultima settimana, al punto che è stato ricoverato all’ospedale civile S. Maria delle Croci di Ravenna per le ultime terapie“.
E ha anche rivelato la terribile malattia che ha colpito il marito ormai da tre anni, malattia contro la quale ha combattuto con le unghie e con i denti: “Da tre anni stava combattendo con coraggio contro un tumore alla prostata, un ‘cancro’ come preferiva chiamarlo lui senza peli sulla lingua. Inizialmente sembrava reagire alle terapia, poi però nel tempo la malattia si ripresentava in forma sempre più aggressiva. Pensavamo di poterla gestire ma il male ha preso il sopravvento“.
Ivano Marescotti: l’ultimo periodo di vita e il pensiero sulla morte
Non sono stati anni semplici, dunque, per la coppia. Ivano Marescotti ha lottato contro la malattia sino ai suoi ultimi giorni di vita e, al suo fianco, c’è sempre stata la sua Erika: “Ivano e io eravamo in sintonia come coppia, perché uguali su tanti aspetti, per cui abbiamo sempre cercato di vivere in modo intenso e autentico, senza dare per finito ciò che ancora non lo era, raccogliendo le giornate buone e attraversando quelle cattive. Abbiamo pianto e gestito insieme il dolore, soprattutto in questi ultimi mesi in casa. Certo, speravamo di avere più tempo…“.
E, parlando del rapporto che il marito aveva con il pensiero della morte, ha confessato: “Si è spesso interrogato sul tema e amava ripetere: “Non ho paura della morte, ho paura di morire”. Da ateo poi, si lasciava scappare: “Non sapevo dov’ero prima di nascere, non saprò dove andrò”. Per quello che ho potuto, l’ho aiutato ad avvicinarsi a una visione meno pragmatica, perché siamo fatti non solo di materia ma anche di energia e questo modo di di restare in qualche forma aiuta chi se ne va e chi deve sopravvivere“.