Nella giornata di mercoledì 27 ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge delega in materia di disabilità, riforma che rientra tra quelle previste dal PNRR che consentirà una revisione complessiva della materia, finalmente in linea con la convenzione Onu. Ospite del programma Uno Mattina, in onda su Rai1, il ministro per la Disabilità Erika Stefani ha spiegato la legge delega che rende più concreti e utili gli aiuti per persone affette da disabilità: “È stato un passaggio importante, ringrazio i colleghi del Consiglio dei Ministri per averlo reso possibile. Questa legge delega nasce dall’interlocuzione che ho avuto con gli altri Ministeri interessati e con le associazione e federazioni che vivono costantemente le complicazioni di una disabilità. Abbiamo parlato anche con le regioni e da questo tavolo di lavoro è nata questa legge che mette a terra il principio fondamentale di voler costruire attorno e insieme alla persona con disabilità il suo progetto di vita“.



Il ministro Stefani, ospite di Uno Mattina, ha poi aggiunto: “Spesso quando arrivano le diagnosi cliniche di una disabilità c’è disorientamento, si hanno dei percorsi da fare che non sono facili. Per un verso vogliamo creare dei nuclei di valutazione multidimensionale e multidisciplinare che attorno alla persona possono decidere cosa fare, che approccio dare e che sistema utilizzare. Prevediamo un passaggio di semplificazione della burocrazia, dei processi valutativi di base. Questa legge è una delle riforma all’interno del PNRR, abbiamo tempistiche strette e risposte immediate entro il 31 dicembre“.



Ministro Stefani: “Cambio mentalità, su Ddl Zan invece…”

Ospite di Uno Mattina il ministro per la Disabilità Erika Stefani ha spiegato di essersi resa conto di un cambiamento nella mentalità della società e del governo sul tema disabilità: “È iniziata una nuova epoca per questa materia, c’è un cambio di mentalità che ho notato tra colleghi e associazioni. C’è bisogno di coordinamento tra chi lavora nel mondo delle disabilità, manca un comandante che gestisce il tema. Vogliamo un contenitore che contenga tutti i “problemi” per avere collaborazione e co-progettazione. Abbiamo creato anche una consultazione pubblica attraverso la quale rispondere con azioni di governo”.



Il ministro Stefano non si è potuto infine tirare indietro nel rispondere a una domanda sul Ddl Zan, ieri bocciato in Senato: “La norma sulla disabilità era mal inserita, se volevi metterla si doveva fare in maniera diversa. In linea generale tutto il disegno poteva e doveva essere fatto meglio e in maniera diversa. Se si entrasse nel merito senza strumentalizzare si poteva condividere tanto, l’esito del voto non ho capito se fosse o meno voluto”.