Non è sul palco di Otranto per la terza puntata di Battiti Live 2020 ma Ermal Meta appare in collegamento da Bari. L’artista si esibisce in uno dei suoi brani più belli e intensi: “Vietato morire”. Altrettanto intensa è la versione acustica che il cantante regala al pubblico di Italia 1. “Battiti anche quest’anno ce l’ha fatta, ha portato la musica in giro per le piazze” dichiara il cantante che saluta calorosamente Alan Palmieri ed Elisabetta Gregoraci prima di chiudere il collegamento. Ricordiamo che la scorsa settimana era invece proprio ad Otranto al fianco di Bugo. I due sono infatti i protagonisti del nuovo singolo “Mi manca”, canzone che ha subito conquistato il pubblico a casa. (Aggiornamento di Anna Montesano)
Ermal Meta torna a Battiti Live 2020
Ermal Meta torna sul palco di Battiti Live, l’evento musicale dell’estate 2020 condotto da Elisabetta Gregoraci e Alan Palmieri e trasmesso in prima serata lunedì 10 agosto 2020 su Italia 1. Tra i protagonisti della terza puntata c’è nuovamente il cantautore di origini albanese che presenta il nuovo singolo “Finirà bene” per la gioia dei tantissimi fan. Da diversi anni, infatti, Ermal si è imposto come cantautore conquistando anche la vittoria al Festival di Sanremo nel 2018 con “Non mi avete fatto niente” in coppia con Fabrizio Moro. Del resto la musica è sempre stata la sua più grande passione come ha raccontato in una lunga intervista rilasciata e pubblicata su federicamariamarrella.it (data 5 marzo 2020): “sono nato nella musica perché sono figlio di musicisti. Non ho mai pensato “ok adesso faccio il musicista”. Ci sono nato. E questo mi rende molto felice. Poi intorno ai quindici- sedici anni ho iniziato a suonare e ad avere quei normali “sogni di gloria””.
I primi anni della sua attività musicale li ha vissuti con la band “La fame di Camilla”: “insieme abbiamo girato e suonato tantissimo, fatto molti concerti. Abbiamo anche suonato con gli Aerosmith all’Heineken Jammin’ Festival! È stata una figata”. Poi il gruppo, come succede tante volte, si è sciolto ed Ermal ha cominciato una carriera da solista continuando sempre a scrivere le sue canzoni. Parlando proprio delle canzoni, l’artista ha precisato: “il potere delle parole è immenso. Le parole danno forma al mondo. Pensa a come sarebbe stato tutto diverso senza “I have a dream” di Martin Luther King o senza “I have nothing to offer but blood, toil, tears, and sweat” di Winston Churchill. Insomma i famosi discorsi della storia sono fondamentali nella vita degli esseri umani. E i discorsi sono fatti di parole. E le parole sono fatte di pensieri. Senza le parole le idee non potrebbero prendere forma”.
Ermal Meta: “se vuoi scrivere canzoni devi ascoltare chi lo sa fare meglio di te”
Cresciuto a “pane e musica”, Ermal Meta sin da ragazzino si è appassionato ai grandi cantautori italiani. In particolare il cantante di “Vietato morire”, intervistato da deagostinivinyl.com, ha raccontato di aver ascoltato sempre Ivano Fossati e Vasco Rossi. “Se vuoi scrivere canzoni devi ascoltare chi lo sa fare meglio di te” – ha precisato il cantautore – “questo non è un lavoro che impari ma un mestiere che rubi. E lo rubi ascoltando. Esattamente come quando impari una lingua. Non ti rendi conto, ma mentre ascolti stai imparando, ti immergi, con chi parla bene quella lingua. È lo stesso con le canzoni”. Le sue canzoni nascono da esperienze personali, ma anche dalle vite degli altri e dallo scambio: “quando sento che arriva il momento di dire qualcosa, mi devo fermare e lo devo dire. Cerco di raccontare in maniera diretta, non mi piacciono i giri di parole”.
Nella musica però il cantante trova la cura a tutti i mali: “è un modo per guarire, però non scrivo quando sto male, ma quando accadono cose. Spesso cerco di immaginare come sarebbe se fossi diverso in quel momento. Come se abitassero tanti me al mio interno, che di volta in volta prendono la parola. Questo induce alla diversità di una produzione musicale che se no porterebbe sempre allo stesso risultato. E io mi annoio a fare sempre le stesse cose”. Una cosa è certa Ermal fa quello che ama davvero e non nasconde: “con la musica bisogna giocarci, se non ci giochi non ti diverti. Play vuol dire anche giocare”.