Avevano rischiato grosso, la coppia Ermal Meta e Fabrizio Moro, vincitori del Festival di Sanremo nel 2018, accusati di essersi autoplagiati con una canzone già scritta da Moro. Poi però lo scandalo rientrò e con Non mi avete fatto niente arrivarono al massimo gradino del podio. Una scalata continua, quella del cantautore di origine albanese che nel 2016 era arrivato terzo tra le Nuove proposte, nel 2017 terzo tra i big e poi finalmente vincitore, seppure in coppia.



In una intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero Ermal Meta spiega che è orgoglioso di esserci ancora una volta perché si era stufato che le canzoni, scritte da lui e affidate ad altri interpreti (tra i tanti Mengoni e Renga), vincessero ogni competizione e di lui non si parlasse mai: “La verità è che loro della canzone non sapevano nulla l’avevo scritta io che invece stavo a casa, mi sentivo invisibile. Ho deciso di diventare protagonista” dice. Tra l’altro Ermal aveva partecipato al Festival anche quando faceva parte di due gruppi diversi, gli Ameba 4 e i La fame di Camilla, davvero una lunga carriera, altro che invisibile.



ERMAL META: IL MIO “DUETTO”? UNO SFOGO

A proposito delle polemiche su questa edizione del festival in piena pandemia dice che “ora l’Ariston è l’unico posto dove si può presentare un brano dal vivo”. La canzone che presenta si intitola Un milione di cose da dirti, dice non ha nessuna presunzione di lanciare alcun messaggio, è solo una ballata, la prima del genere che porta a Sanremo, scritti diversi anni fa e lasciata nel cassetto fino a oggi: “L’arrangiamento con l’orchestra l’arricchirà” dice. Seguirà come per tutti i concorrenti di Sanremo il nuovo disco dove, spiega, non ci saranno duetti come invece fanno tutti, una cosa personale, una specie di sfogo, spiega, su cui ha lavorato “quando mancava la libertà” (per via del lockdown, che in realtà manca ancora oggi). E nella serata del 4 marzo, giorno del compleanno dello scomparso Lucio Dalla, canterà proprio La sera dei miracoli dello scomparso cantautore: “Mi metto in guanti di velluto, tocco una canzone intoccabile ma ci voglio provare”.

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