A tre anni di distanza dalla vittoria con Non mi avete fatto niente in duetto con Fabrizio Moro, Ermal Meta sarà uno dei grandi protagonisti del Festival di Sanremo 2021. Il cantautore sarà in gara con Un milione di cose da dirti ed è pronto a lanciare il nuovo album: Tribù urbana sarà distribuito da venerdì 12 marzo, composto da 11 brani inediti compreso il pezzo sanremese.
«Mi sono messo in platea, facendo finta di fare parte del pubblico. Gran parte delle persone che vanno ad ascoltare musica ai concerti ci va per cantare e non solo ascoltare. Ho scritto delle canzoni che secondo me a tratti possono essere cantante a squarciagola. La voglia di suonarle dal vivo è veramente immensa», ha raccontato Ermal Meta in conferenza stampa.
La voce di No Satisfaction ha poi parlato del suo ritorno all’Ariston: «Non mi aspetto di andare lì e fare una scorpacciata. Ci vado con uno spirito completamente diverso. Tornare al Festival dopo una vittoria potrebbe portare a pensare che vado lì per vincere, ma vado lì perché il palco dell’Ariston è l’unico sul quale si possa salire. Voglio salire sul palco e fare ascoltare una canzone che fa parte di un bouquet di canzoni presenti nel disco».
ERMAL META: PORTO UNA CANZONE D’AMORE “VERTICALE”
«Questa è una canzone d’amore verticale», ha aggiunto Ermal Meta sul brano Un milione di cose da dirti, per poi evidenziare sulla pandemia: «Il Covid mi ha messo il bastone tra le ruote, ma penso che ci siano state ruote più importanti delle mie. Il Covid ha cambiato il volto del nostro mondo e secondo me ne usciremo diverso, saremo cambiati persone nonostante la capacità dell’essere umano di dimenticare ciò che fa male. Ma ho avuto anche tempo per concentrarmi su quello che stavo scrivendo, sulla voglia di tornare in un determinato modo».
Ermal Meta ha sottolineato di aver scritto il brano sanremese tre anni fa in un momento particolare della sua vita, all’alba della carriera da solista: «La mia vita era piena di piccole e grandi scosse di assestamento, avevo un blocco emotivo, l’unica cosa che potevo fare era scrivere una canzone per potermene in qualche modo liberare. Mi sono messo in gioco parlando con qualcuno che in quel momento lì non c’era, probabilmente per quel motivo sono riuscito a scrivere in maniera aperta». E Un milione di cose da dirti ha un suo percorso ben definito: «Non ho messaggi particolari da lanciare, a volte non c’è bisogno di lanciare un messaggio. Io ci vado con un proposito squisitamente musicale, voglio salire sul palco e cercare di cantare al meglio la mia canzone e la cover. L’unica cosa che mi interessa è che chi ascolta si emozioni insieme a me. L’emozione attraversa uno strato di pelle molto dura».
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