Ermal Meta, apprezzato cantante, è intervenuto in qualità di ospite a “Domenica In”, nello studio televisivo di Mara Venier, in occasione della diretta televisiva di domenica 16 maggio 2021, intonando il suo nuovo singolo, “Uno”. L’artista ha sottolineato che, oltre alla versione cd del suo nuovo album, “Tribù urbana”, è presente anche la versione in vinile, che piace molto ed è ritornata di moda tra i grandi artisti.



Poi, un commento sulla situazione attuale connessa alla musica in questo periodo di pandemia: “Pian piano il lavoro sta riprendendo. Il nostro mondo sta vivendo anche oggi delle difficoltà, si spera per il meglio. Sono davvero contento e vogliamo arrivare presto alla normalità”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



Ermal Meta ospite a Domenica In

Ermal Meta torna ospite a Domenica in per presentare il suo nuovo singolo Uno, terzo estratto dell’album Tribù urbana uscito il 12 marzo 2021. Il singolo è stato pubblicato il 30 aprile e arriva dopo No Satisfaction (uscito il 15 gennaio) e Un milione di cose da dirti, il brano presentato a Sanremo per la prima volta il 3 marzo 2021. Uno è la traccia di apertura del disco: Ermal lo descrive come un “inno alla gioia della condivisione” che rispecchia appieno lo stile dell’album, un lavoro sperimentale che non appartiene a nessun genere preciso. Le sonorità sono vagamente pop con un tono elettronico di fondo, comunque diverse rispetto a quelle degli album precedenti. Il titolo Tribù urbana è stato scelto perché, a detta di Ermal, gli esseri umani tendono in ogni caso e in ogni situazione a unirsi in virtù del loro innato senso di appartenenza (una vera e propria ‘esigenza’, nella visione del cantautore).



Ermal Meta presenta il suo nuovo singolo Uno

A proposito di appartenenza e di radici, Ermal Meta non ha mai smesso di pensare alla sua terra, l’Albania, come ‘casa’, nonostante l’abbia lasciata ormai quasi 30 anni fa. Nella tracklist figura anche Il destino universale, altro titolo emblematico in cui si fa riferimento all’esigenza di cui sopra. Il destino universale è il movimento, anche quello migratorio. “Perché gli esseri umani – spiega Ermal – sono come il sangue, devono circolare, altrimenti la vita si incancrenisce e il pianeta muore”. Una visione poetica, tipica di un artista evidentemente influenzato dal suo vissuto personale che trasfonde anche nella sua musica. “Siamo il risultato di un eterno movimento che non si può fermare. La canzone – prosegue – è un insieme di fotografie di diverse persone, ognuno a inseguire il proprio destino”.

Ermal Meta: “So cosa significa essere migrante”

Potremmo dire che Tribù urbana è una raccolta di brani autobiografici, perché in tutti – non solo in Uno – è contenuto un pezzo della sua storia o un tratto della sua personalità. Nella stessa intervista rilasciata il 30 aprile al Corriere della Sera, Ermal Meta parla proprio di questo: “Ho citato anche me stesso perché ho pensato a tutti quelli che non sanno e parlano: casa loro, casa nostra; il mio mare, il tuo mare”. Poi si sofferma sulla sua esperienza da migrante: “Nessuno lascia la propria casa volentieri. Io l’ho lasciata, ma non avrei voluto farlo. Certo a me è andata fin troppo bene, non mi sono dovuto nascondere su un barcone, ma so cosa significa: non ero felice, i miei amici venivano a bussare alla porta di casa mia e io me ne ero andato senza poter dire niente, non ho potuto salutare nessuno”.