Ermal Meta ha racontato in diverse occasioni la sua infanzia in Albania, segnata da un padre assente e violento. “È uscito dalla mia vita nel 1990, non lo vedo da 28 anni. Era assente anche quando c’era. Non ci parlavo neanche quando era in casa”, ha detto a Verissimo. Il cantante ha parlato del difficile rapporto con il padre anche in alcune delle sue canzoni, in particolare in “Lettera a mio padre” e Vietato morire”. Nella prima Ermal ha raccontato di un rapporto molto turbolento con un padre assente, descritto come una bestia. “Tutti hanno capito la funzione catartica di “Lettera a mio padre” e forse per questo non ne abbiamo parlato tanto, non ce n’è stato bisogno“. Ermal Meta aveva provato a partecipare a Sanremo con questa canzone ma senza successo: “Forse era davvero troppo forte, ma una canzone deve essere così, la musica deve emozionare“, ha detto a Tv Sorrisi e Canzoni nel 2016.



Ermal Meta: il rapporto con il padre nelle sue canzoni

Con “Vietato morire”, canzone con la quale si è classificato terzo Sanremo 2017, Ermal Meta ha raccontato la ribellione di un figlio agli abusi del padre. “Non ho dimenticato l’istante, In cui mi sono fatto grande, Per difenderti da quelle mani“, sono alcuni versi della canzone. Nel 2019 Ermal Meta ha vinto il Festival di Sanremo 2018 in coppia con Fabrizio Moro. La canzone “Non mi avete fatto niente” parla di terrorismo ma la prima volta che il cantante albanese l’ha cantata ha pensato alla sua infanzia difficile: “Quando ho cantato per la prima volta il ritornello mi è venuta in mente la mia infanzia. Volevo cantare: “Bastardo, non mi hai fatto niente”, ha raccontato al Dopofestival di Edoardo Leo e Carolina Di Domenico. A Verissimo Ermal Meta ha spiegato la scelta di lasciare l’Albania “per cambiare vita. Io e mia madre lo abbiamo deciso insieme, mio padre non viveva più con noi“.

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