La storia di Ermanno Lavorini, il bambino di 12 anni rapito e poi trovato morto sulla spiaggia di Marina di Vecchiano nel 1969, ha segnato una intera generazione. Il caso di Viareggio, avvenuto all’inizio degli “anni di piombo” in Italia, ha infatti cambiato drasticamente le abitudini di molti adolescenti dell’epoca. Questo perchè la rilevanza delle indagini sulla tragedia, portò per la prima volta l’opinione pubblica a riflettere e discutere su temi, che prima di quel momento venivano evitati come: l’omosessualità, la pedofilia e la prostituzione minorile.
Nel contesto del rapimento di Ermanno Lavorini, e successivo omicidio infatti, si intrecciano storie di personaggi dalla doppia vita, accusati di essere “mostri“, vicende politiche e depistaggi. Ancora oggi la storia viene ricordata come episodio importante per quanto riguarda una consapevolezza che nel tempo gli adolescenti hanno dovuto acquisire, perdendo in un certo senso l’innocenza che caratterizzava i ragazzi del periodo.
Rapimento e omicidio di Ermanno Lavorini: “Prima di Ermanno noi tredicenni o quattordicenni uscivamo da soli, poi…“
La storia del dodicenne Ermanno Lavorini ha rappresentato un punto di svolta per le abitudini delle famiglie italiane, come raccontano diversi personaggi che all’epoca seguirono da vicino la vicenda. Per la prima volta infatti viene rapito un minorenne, e la svolta delle indagini verso la pista dell’omicidio a sfondo sessuale compiuto da un maniaco, ha inevitabilmente posto l’attenzione sulle abitudini e sui rischi ai quali si espongono i ragazzini. Come raccontava Walter Veltroni nelle pagine del Corriere della Sera: “Prima di Ermanno noi tredicenni o quattordicenni uscivamo da soli, andavamo al cinema da soli. Poi lui è sparito, quel venerdì di fine gennaio, e l’innocenza se ne è andata con lui. Esisteva il male e se la prendeva con i bambini.”
Nonostante la sentenza della Corte di Cassazione, che dopo anni dall’inizio dell’inchiesta giudiziaria stabilì che il povero Ermanno Lavorini, fu ucciso quasi per sbaglio, dai tre ragazzi poco più grandi di lui durante le operazioni di un rapimento al fine di racimolare fondi per organizzazioni politiche di stampo sovversivo, resterà per sempre una percezione differente della realtà, della consapevolezza di non essere al sicuro. Anche Luciano Ligabue cita l’episodio testo della canzone “Nel Tempo“: “Hanno ucciso Lavorini e dopo niente è stato come prima“.