Compie ottant’anni Ernestro Pellegrini, fra i più grandi imprenditori italiani e noto in particolare per essere stato il presidente dell’Inter dal 1984 al 1995. Pellegrini è a capo di un gruppo internazionale che conta 9.400 dipendenti e un fatturato da 700 milioni di euro annui, ed è considerato il classico esempio di milanese doc, la cui vita si destreggia fra lavoro e famiglia. Una Milano che ha sofferto molto in questo periodo di pandemia, ma secondo Ernesto Pellegrini «Ce la farà, ce l’ha sempre fatta – dice l’ex numero uno interista ai microfoni del Corriere della Sera – ricordo gli anni del Dopoguerra, le fatiche, la fame, la città era come desertificata. Ma c’era anche la voglia di fare, di migliorarsi, e c’era la solidarietà, a casa si divideva quel poco che c’era..». Pellegrini, che fornisce mense aziendali a mezzo mondo, è anche a capo di Ruben, il ristorante solidale di Milano che sforna pasti a un solo euro: «Ogni mattina, quando arrivo in azienda, passo davanti a Ruben e penso alle persone che la crisi lascia in strada: il nostro ristorante solidale non ha mai smesso aiutare i poveri».
ERNESTO PELLEGRINI: “L’INTER? LA PRESI CON UNA STRETTA DI MANO”
Ottant’anni costellati di grandi successi quelli di Ernesto Pellegrini, a cominciare proprio dall’Inter, che il manager milanese acquisto da Fraizzoli senza troppe complicazioni: «È stato come toccare il cielo. Ci siamo accordati con una stretta di mano. Basta questo, mi disse. Sapevamo entrambi che la parola data è un valore». E fra il lavoro, lo sport e la famiglia, c’è spazio anche per la fede: «A ottant’anni i ricordi contano molto, sono valori ed esperienze: non vanno in pensione. Ci sono quelli belli, e sono tanti. Ma ci sono anche quelli tristi. Io prego, l’ho sempre fatto, a mezzogiorno e la sera. Trovo nella fede una spinta a guardare avanti». Una fede forse ancora più importante in questo periodo di crisi economica, sanitaria e sociale che stiamo vivendo: «In momenti come questi bisogna darsi da fare, cercare dei salvagenti. Questo è il tempo di agire, di non mollare. Quando i miei nipotini sfoglieranno le cronache di questo matto 2020 immagino che mi chiederanno: nonno, come avete fatto ad uscirne? Il nonno con Valentina e Ivana, la tua famiglia, hanno fatto tutto quello che hanno potuto». Quindi Ernesto Pellegrini conclude l’intervista citando Papa Francesco: «Insieme ce la faremo a uscire da questa tempesta. Vedo molta povertà, troppa gente senza lavoro, tanti che chiedono aiuto. Come nel Dopoguerra: in cascina rubavano la legna per scaldarsi e la verdura per mangiare. Mi sento predisposto ad aiutare, ma faccio fatica a star dietro a tutti. Ci salverà l’umanità, come dice Papa Francesco, dobbiamo seminare anche la speranza».