FERENCS: “PUTIN COME HITLER, VA UCCISO SUBITO”

Secondo Benjamin Ferencs – 102 anni, ultimo protagonista in vita del processo di Norimberga contro i nazisti – oggi l’unica vera via che ha l’Occidente per fermare il rischio di una “terza guerra mondiale” è uccidere il Presidente della Russia Vladimir Putin.



Nella lunga intervista a “Libero Quotidiano” con Giovanni Terzi, l’ex pm dei processi al Terzo Reich si dice certo dello sviluppo che dovrà prendere il conflitto in Ucraina: «in qualsiasi circostanza anche una decisione sbagliata, presa da una corte di giustizia, è meglio di una guerra vinta che uccide tante, tantissime persone innocenti». Per Ferencs l’unica vera strada per permettere al mondo di volgere al meglio nei prossimi decenni non può però essere la forza, ma solo lo Stato di Diritto: eppure, riflette, «Come possiamo convincere un uomo come Putin, che è stato per due decenni al di sopra della legge, che lo Stato di Diritto è conveniente anche per lui?». Ecco, Ferencs ribadisce che lo Stato di Diritto con persone come Putin – o come, al suo tempo, Hitler – deve essere messo in “pausa”: «Non puoi convincerlo, devi ucciderlo! Non puoi convincere un maniaco come lui, o Hitler, o Goering, o alcuni dei nazisti che credevano che quello che stavano facendo fosse giusto nell’interesse del loro Paese».



L’EX PM DI NORIMBERGA: “ABBIAMO FALLITO”

Per l’ex accusatore dei nazisti al Processo di Norimberga il mondo costruito dopo la Seconda Guerra Mondiale ha proseguito nella “via giusta” ma con troppi intoppi e ostacoli che segnano un certo insuccesso nell’idea portata avanti con quel processo al Terzo Reich: «Norimberga è stato il tentativo di sostituire lo stato di diritto a posteriori per vedere se si potesse ritenere responsabili le persone e se questo potesse dissuaderle dal fare di nuovo le stesse cose. Questo era l’obiettivo. Ma non so se ha avuto successo». Alcune cose hanno funzionato, molte altre no come dimostrano le guerra balcaniche, il disastro nel Medio Oriente e oggi lo scontro Russia-Ucraina: «abbiamo dimenticato che lo scopo di tutti i governi è di assicurare che tutti i cittadini possano vivere in pace e dignità umana, indipendentemente dalla loro razza o dal loro credo o dalla loro nazionalità», conclude Ferencs a “Libero”, «Questo dovrebbe essere un obiettivo di ogni paese e di ogni persona. Ma ci vuole un cambiamento di cuore e di mente, ci vuole più impegno nelle scuole, e nelle chiese, nelle sinagoghe, per farlo accettare in generale. Non ci siamo ancora arrivati, speriamo di arrivarci prima di decidere di uccidere tutti».

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