Eros Ramazzotti, ospite di Radio Italia, ripercorre la sua lunga carriera di successo in quello che è stato soprannominato l'”Eros Ramazzotti Day”. Ripensando agli inizi, a quanto accaduto lungo la sua strada musicale fino ad oggi, il cantante dichiara: “Penso che ho molti anni di più, però con più esperienza. Non si può tornare indietro e non è neanche giusto. Vedendo quello che hai fatto prima ti deve dare la forza di fare ancora di più, soprattutto in un periodo storico come questo.” D’altronde, il suo è un successo a livello mondiale, aspetto che Ramazzotti descrive così: “L’accoglienza è bella ovunque ma la cosa più particolare è il nord Europa, dove il finlandese canta in italiano, o ancora in Olanda. Tutta la gente del posto impara l’italiano grazie all’amore per l’Italia e grazie alle mie canzoni e a quelle di altri artisti. Questa è la cosa bella: portare un po’ in giro per l’Europa l’Italia, quella buona. In Sud America, cantando in spagnolo, ti avvicini un po’ più a loro.”
Eros Ramazzotti: “La pandemia? Io sono stato fortunato…”
Ma quando Eros Ramazzotti si è accorto di avere successo anche all’estero? Il cantante racconta un aneddoto: “Subito dopo il primo Sanremo, dove cantavo Terra Promessa, ero in Germania, a Monaco, e catavo Terra Promessa in uno zoo. Ho capito poi dopo che era arrivato il successo fuori dall’Italia, quando ho iniziato in Germania a fare promozione. Prima, poi, era più difficile rispetto ad oggi.” In merito al prossimo tour, invece, rivela: “Ho tanta voglia di tornare a cantare live, però io vado a step: ci deve essere prima il disco nuovo, tutto il lavoro che c’è dietro e poi si parla del tour. Un tour che però deve essere studiato, ben organizzato.” Conclude, raccontando come ha vissuto il periodo della pandemia: “Venivo da un tour di quasi 100 date, io sono stato fortunato rispetto ad altri. Mi sono riposato, ho lavorato molto sul disco nuovo, mi sono dedicato ai miei figli e alla mia vita, in attesa che qualcosa potesse cambiare.”