La differenza tra fame e appetito esiste ed è particolarmente imponente, non ha dubbi Erri De Luca. Ospite di Oggi è un altro giorno, lo scrittore ha presentato il suo ultimo libro e ha spiegato: «Noi oggi possiamo dire tranquillamente “ho fame” e “ho appetito” come sinonimo, ma sono completamente opposto. La fame è una privazione del necessario, che riguarda anche le altre persone delle famiglie».
Nel corso del suo intervento, Erri De Luca ha ricordato un doloroso aneddoto sulla guerra in Bosnia: «Nella guerra in Bosnia, tra le città distrutte, i vecchi erano quelli che soffrivano di più, ma non per la fame, per il togliere con il loro boccone qualcosa ai più piccoli. La mortificazione dei vecchi, vergognarsi di essere vivi. La fame è una mortificazione, una maledizione che accompagna la specie umana da un’infinità di tempo, solo da poco siamo riusciti a riscattarci». (Aggiornamento di MB)
Erri De Luca, chi è lo scittore?
Lo scrittore Erri De Luca (vero nome Enrico) è nato a Napoli nel 1950. Il nome, Erri, è la versione italiana di Harry, il nome dello zio. Ha studiato nelle scuole pubbliche De Amicis (elementari), Fiorelli (medie), Umberto I (liceo). A 18 anni ha lasciato Napoli: “Nell’adolescenza si era accumulata una carica di insofferenze, per la disciplina del sapere liceale, per la famiglia, per il percorso già tracciato, per la città. Di temperamento chiuso e critico, dovevo sgomberare. Abito da qualche decennio in campagna e non tornerei a stabilirmi in nessun centro abitato, neanche un villaggio”, ha spiegato a Il Fatto Quotidiano. De Luca, infatti, vive nella campagna romana, in una casa recuperata da un rudere. Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, è stato pubblicato in Italia nel 1989. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in inglese, francese, swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento.
Erri De Luca non si è mai sposato e non ha figli
Erri De Luca non si è mai sposato: “Sono rimasto scapolo dopo un paio di provvidenziali rifiuti. E, forse, lo considero una benedizione. Per loro, naturalmente”, ha confessato a Il Fatto Quotidiano. Ma dell’amore ha scritto, basti pensare alla bellissima poesia “Io ti vorrei bastare”: “Io te vurria vasa’, sospira la canzone / ma prima e più di questo io ti vorrei bastare, / io te vurria abbasta’, / come la gola al canto come il coltello al pane / come la fede al santo io ti vorrei bastare”. Lo scrittore napoletano non ha avuto figli: “Un figlio dovrebbe passare attraverso una madre e quella non l’ho incontrata. Sono rimasto figlio, il padre di nessuno”. L’ultimo libro di Erri De Luca, “A Grandezza Naturale”, è dedicato al padre: “Ho racimolato storie di rapporti conflittuali tra generazioni e ci ho infilato qualcosa di mio, un punto di vista parziale, non panoramico”, ha spiegato a Libreriamo.