«La destra non sa gestire la pandemia e perciò sarà out nel prossimo futuro». Una sentenza o profezia che dir si voglia, sta di fatto che Erri De Luca ha le idee molto chiare sulle conseguenze che il Covid ha avuto anche a livello politico, tanto da parlare di fallimento dei conservatori. «Ovunque si sia trovata a gestire l’emergenza sanitaria ha prodotto caos. Da Trump in poi gli esecutivi di destra o quelli semplicemente autoritari hanno sistematicamente fallito». Lo scrittore, uno dei più noti in Italia, ne ha parlato al Fatto Quotidiano, dicendosi «persuaso che Salvini e Meloni siano dentro il loro personalissimo tunnel».



Per Erri De Luca «non c’è futuro di governo» per Giorgia Meloni, e la strategia della tensione di cui parla «dovrebbe essere ordita da menti raffinate, da talenti politici», invece la classe politica italiana «è fatta di mezze cartucce». Ma ne ha anche per chi non ha evitato l’assalto alla Cgil. «Cento fascisti disperati liberi di fare casino. Bastava un vice questore minimamente competente».



“COVID CI LASCIA SOFFERENZA IMPREVISTA”

Non si può però negare che nella pancia della società stia ribollendo una rabbia sorda. «La pancia è intelligente, molto più di quel che si crede», afferma Erri De Luca. D’altra parte, è vittima delle fake news. «E se ti nutri di cibo tossico anche la pancia ne risentirà», spiega lo scrittore nell’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano. Una cosa comunque è certa per lui: la pandemia Covid non è finita, quindi continueremo ad usare le mascherine ancora per molto. «Questo tempo ci lascia in eredità una quota di nuovi poveri, una sofferenza imprevista, un problema in più che aggiunge ingiustizia a quella che esisteva».



Da qui la rabbia a cui bisogna rispondere per Erri De Luca con la ragione, ma quella rabbia non va confusa «con episodi di paranoia con quelle urla al complotto che hanno più vicinanza a disturbi del comportamento». Lo scrittore comunque esclude che scoppieranno guerre di piazza: «Se non ci sono state è anche perché ci sono stati sostegni nuovi verso i sofferenti. E sono aiuti di cui la società non potrà più fare a meno».