Gli errori giudiziari, ovvero tutti quei casi in cui un Tribunale condanna un innocente per via di una scorretta valutazione giudiziari, oppure per un errore nelle indagini, sembrano essere una vera e propria macchia indelebile per la Giustizia italiana. I casi eclatanti non mancano, tra condanne ad oltre vent’anni scontate inutilmente e casi, probabilmente, mai scoperti, ma va detto che nella maggior parte di casi in cui non si è arrivati, fortunatamente, a condanne definitive.



Insomma, parlando di numeri, il giornale Il Riformista ha stimato che gli errori giudiziari in Italia sono stati 30.231, prendendo in considerazione un periodo di 30 anni dal 1991 al 2021. Più di 30 mila persone, pari in termini annuali a 975 casi, poco più di 2 casi al giorno. Un fenomeno che sarebbe importante arginare, tanto per le conseguenze che la mala giustizia causa nelle vittime, quanto per gli esorbitanti costi che lo Stato deve affrontare. I risarcimenti e gli indennizzi per gli errori giudiziari, infatti, sono costati poco meno di 900 milioni di euro, ovvero 29 milioni all’anno, in un trend che, peraltro, non sembra arrestarsi molto facilmente.



Errori giudiziari: risarcimenti solo nel 25% dei casi

A rendere la vicenda degli errori giudiziari ancora più preoccupante di quanto non appaia già, inoltre, si inserisce anche la questione degli indennizzi. Infatti, le vittime sono tenute a fare ricorso, dopo la scarcerazione o l’assoluzione, al tribunale competente che delibera sull’effettiva necessità di un indennizzo. Questo costituisce in pochi centesimi in più di 235 euro per ogni giorno scontato in carcere, dimezzato nel caso la vittima abbia ricevuto i domiciliari.

Degli oltre 30 mila casi di errori giudiziari attestati dal Riformista, tuttavia, solamente il 25% delle istanze per l’indennizzo viene accettato. 22.673 persone ingiustamente condannate, insomma, non hanno avuto neppure 1 euro dallo Stato, che si appella ad una clausola del codice penale proprio al fine di arginare i costi esorbitanti che, altrimenti, dovrebbe affrontare. Dal conto loro, invece, i magistrati, parlando della questione degli errori giudiziari, sottolineano che solamente l’1% dei 30mila ha portato ad una condanna definitiva, con una cadenza appena inferiore di 7 persone all’anno. Eppure, quelle oltre 29 mila persone non condannate in via definitiva si sono viste la vita stravolta, perdendo il lavoro, parecchi affetti e, non si può escludere, anche la stima dei propri familiari, per crimini con i quali non avevano avuto nulla a che fare. Si pensi all’effetto che fa sapere che un proprio conoscente è stato condannato per pedofilia e il discorso apparirà più chiaro (a tragico).