Continuano le scosse di terremoto ai Campi Flegrei, area vulcanica densamente abitata in provincia di Napoli, con la seconda più violenta scossa registrata negli ultimi anni che apre sempre di più al rischio eruzione. La scorsa settimana, infatti, si era registrata una magnitudo di 4,2 sulla scala Rischter, uno dei picchi massimi storicamente raggiunti nell’area, che nella giornata di ieri, attorno alle 22, si è replicata con una magnitudo di 4. Contestualmente, però, continuano anche le scosse più lievi, attorno al 2 sulla scala sismica, con la sempre più diffusa pausa che il vulcano possa risvegliarsi da un momento all’altro.



Attualmente, gli esperti dell’INGV ritengono che non vi sia ancora un reale rischio eruzione ai Campi Flegrei, che in base ad una serie di parametri si dovrebbe riuscire a prevedere con un buon anticipo. Lo sciame, hanno spiegato a più riprese diversi esperti, è dovuto al cosiddetto fenomeno del bradisismo, tipico di quell’area d’Italia e caratterizzato da un periodico sollevamento e abbassamento del terreno, spaventoso ma non eccessivamente rischioso. Fu, d’altronde, lo stesso fenomeno che causò la crisi del 1982-84 ai Campi Flegrei, con violente e periodiche scosse di terremoto che sono poi andate via via scemando, senza causare eruzioni. Tuttavia, cresce l’allerta della popolazione dell’area, che supera il milione di persone, al punto che la Protezione Civile sarebbe al lavoro su un nuovo piano per l’evacuazione, nel caso in cui si rivelasse necessaria.



Cose prevede l’attuale piano d’evacuazione per l’eruzione Campi Flegrei

Attualmente, il piano di evacuazione dei Campi Flegrei in caso di eruzione del vulcano è fermo al 2019 e divide l’area di interesse in due zone di rischio, una rossa ed una gialla. La prima, dove il pericolo è maggiore, include Monte di Procida, Bacoli, Pozzuoli, alcune municipalità di Napoli (Posillipo, Bagnoli, Chiaia, Fuorigrotta, Vomero, Soccavo, Arenella, Chiaiano, Pianura), Marano di Napoli, Quarto e Giugliano in Campania, dove vivono circa 500mila persone. La seconda, invece, include a grandi linee i comuni di Villaricca, Calvizzano, Mugnano di Napoli, Melto di Napoli, Casavatore, dove risiedono circa 800mila persone.



Sulla zona rossa dei Campi Flegrei, in caso di allarme, vige l’obbligo di evacuazione completa, dato che un’eruzione sarebbe mortale per i residenti, mentre nella zona gialla è stato disposto l’allontanamento temporaneo per via della ricaduta delle ceneri. Se venisse diramato l’allarme i 500mila residenti della zona rossa dovrebbero abbandonare le loro abitazione entro 72 ore, nel corso delle quali le prime 12 sarebbero utili alla preparazione, le successione 48 alle effettive partenze con un margine di ritardo di 12 ore. In caso di eruzione ai Campi Flegrei e di necessaria evacuazione, la Protezione Civile allestirà 15 “aree di attesa” segnalate in un’apposita mappa, dove saranno gestiti gli smistamenti dei residenti verso altri comuni e province d’Italia, ma sarà data anche la possibilità di muoversi autonomamente (seguendo percorsi stabiliti) per alloggiare in un’altra sistemazione alternativa.