ESONERO SANDRO GRANDE: I MOTIVI DEL PASSO INDIETRO
Un esonero da Guinness dei primati quello di Sandro Grande dalla panchina del Montreal riserve. Appena quindici ore, poco più di mezza giornata ed è già tutto finito tra il tecnico italo-canadese e la società che milita in MLS. Il motivo? Alcune frasi social di Grande datate 2012, quando aveva commentato l’attentato che aveva coinvolto Pauline Marois, leader del Parti Québécois, che costò la vita a due persone.
L’ormai ex allenatore si era schierato contro il partito nazionalista, rivendicatore di sovranità nazionale della regione, definendoli “stupidi” e “montanari”, incarando la dose scrivendo: «L’unico errore commesso dal cecchino è stato quello di mancare il bersaglio. Amico, sarà per la prossima volta! Spero!». Gesti di cui Sandro si pentì solo in parte, precisamente la prima, senza fare marcia indietro sul secondo tweet. Dietrofront che invece ha fatto la società di Joey Saputo, presidente tra le altre anche del Bologna.
ESONERO SANDRO GRANDE: LE SCUSE DEL PRESIDENTE
L’ingaggio e successivo esonero di Sandro Grande ha naturalmente scatenato un terremoto mediatico in Canada con Gabriel Gervais, presidente Montreal Impact, che non solo ha deciso di licenziare il suo dipendente ma anche di convocare una conferenza stampa per chiarire, se mai ce ne fosse bisogno, la posizione del club: «Sandro è il miglior tattico del Canada. Il nostro giudizio è stato alterato dal desiderio di dargli una seconda possibilità. Eravamo accecati. Oggi dobbiamo ammettere che è stato un errore e ci scusiamo per le ripercussioni che questa decisione potrebbe causare. Vorremmo porgere le nostre più sincere scuse a chiunque chi si sia sentito ferito o scioccato. Abbiamo dimostrato una mancanza di sensibilità e abbiamo grossolanamente sottovalutato ciò che ha detto e fatto diversi anni fa». Una decisione che va contro la politica tecnico-tattica della società, ma che sempre secondo il Montreal non può essere giustificata dinanzi a frasi del genere su un tema così delicato che come detto conta due vittime figlie di quello sciagurato attentato.