Lo chiamano modello Tubinga e potrebbe rappresentare, qualora i dati numerici e le statistiche analizzati a posteriori diano riscontro favorevole, un’autentica svolta nella oltremodo durevole lotta contro il Coronavirus. Sì, perché la città ubicata a sud di Stoccarda è al centro di un esperimento socio-sanitario enorme, tanto da calamitare l’attenzione dell’intero orbe terracqueo: nel pieno della terza ondata pandemica, la località tedesca ha deciso, ormai da 15 giorni a questa parte, di aprire anche i negozi cosiddetti “non essenziali”, garantendo l’opportunità di fare shopping a chiunque ne abbia intenzione attraverso l’ottenimento di un ticket giornaliero, denominato “Tagesticket” e rilasciato in seguito all’esibizione di un certificato che attesti la negatività del tampone a cui ci si è sottoposti poco prima.



In questo modo, turismo ed economia sono tornati a farla da padroni a Tubinga, ove attualmente è addirittura possibile pranzare all’aperto o recarsi a teatro o al cinema. Scene di ritrovata normalità che a noi, da qui, paiono lontane anni luce, ma che potrebbero in realtà non essere così distanti, qualora scientificamente l’esperimento desse i frutti auspicati.



MODELLO TUBINGA, IL SINDACO: “INCIDENZA NON AUMENTATA”

Il modello Tubinga, ai microfoni di Afp, è stato spiegato così dal sindaco, Boris Palmer: “Penso semplicemente che abbiamo la responsabilità di dare una prospettiva e un’occasione. Secondo me, è abbastanza sicuro, quando tutti vengono sottoposti al test e ci si può muovere di nuovo liberamente e godersi la vita in città. È quello che volevamo provare”. I primi segnali incoraggianti circa l’andamento di questo esperimento giungono da una voce autorevole, quella di Lisa Federle, responsabile cittadina della gestione pandemica: “Per ora l’incidenza nella città di Tubinga non è aumentata. I dati resistono bene, anche se abbiamo riaperto e sebbene da noi ci sia già abbastanza vita. Questa è una cosa; l’altra, beh, guardate tutta la gente qui, chiedete a loro. Non finiscono di ringraziarci”. Nelle attività commerciali si respira un clima di rinascita, nonostante il rispetto di alcune restrizioni: è prevista una capienza massima e tutte devono avere effettuato il tampone, indossare la mascherina e rispettare il distanziamento interpersonale. La ricetta, insomma, parrebbe essere quella giusta.

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