Nella mattinata di oggi il centro di Milano è stato sconvolto dalla violenta esplosione di un camion che trasportava alcune bombole di ossigeno. Tutto è accaduto nell’arco di pochi minuti, il camion arriva in via Pier Lombardo, nella zona Porta Romana, in pieno centro, poi una serie di esplosioni e le fiamme che divampano piano piano coinvolgendo anche altre 10 auto vicino al camion ed almeno 5 moto. L’autista ne è uscito con poche ferite superficiali, mentre i danni dell’esplosione a Milano sono stati parecchi, coinvolgendo anche la vicina scuola Suore Mantellate, evacuata urgentemente. Il Corriere della Sera ha intervistato una delle maestre dell’Istituto, la 32enne Cecilia Parisi.
Il racconto dell’esplosione a Milano
Insomma, l’esplosione a Milano avrebbe causato non poca paura tra i numerosi residenti della via, ed ha portato all’evacuazione di circa 900 persone, oltre a personale ed alunni della scuola. Tra questi c’era anche Cecilia Parisi, che ha raccontato l’accaduto al Corriere. “Il boato è stato incredibile”, racconta, “ho pensato che qualcuno stesse entrando [nella scuola] armato, ho temuto che ci avrebbero ammazzati tutti”. In quel momento si trovava nel corridoio della scuola e ricorda che dopo lo scoppio “alcuni bambini hanno iniziato ad urlare, altri a piangere”.
L’istituto di Milano, dopo l’esplosione, avrebbe riportato un generale annerimento alla sua facciata, vicinissima al camion con le bombole d’ossigeno, e la rottura della maggior parte delle finestre che, cadendo, avrebbero ferito superficialmente la segretaria della scuola. Questa, sempre al Corriere, ha raccontato che “sono ancora terrorizzata. Ho negli occhi le fiamme, il rumore e i pezzi del cestino che volano. Non potevo uscire, ero intrappolata da una suora che per il botto era caduta e ostruiva il passaggio”, e ha deciso, in seguito all’esplosione a Milano, di nascondersi sotto ad una scrivania. L’evacuazione, poi, racconta ancora Parisi, è stata gestita proprio dalla stessa segreteria “secondo le norme dell’edificio. Siamo passati dal cortile interno per poi riversarci in un giardino. Lì i genitori sono venuti a prendere i bambini. [La] colonna di fumo nera”, conclude, “era enorme“.