Si teme che ci sia ancora l’Isis dietro all’ennesima esplosione avvenuta in Afghanistan, ancora una volta dentro una moschea a soli 7 giorni dalla precedente strage a Kunduz: questa volta l’attentato kamikaze proviene da Kandahar, considerata la “culla” dei talebani. Un giornalista dell’Agenzia France Presse ha testimoniato con immagini e video in diretta la situazione disperata: almeno 7 morti e più di 20 feriti, con bilancio purtroppo destinato a salire sul fronte vittime quasi sicuramente.



L’esplosione è giunta nelle ore della preghiera del venerdì in moschea, il giorno di massima concentrazione di fedeli musulmani di tutta la settimana: per l’ANSA si contano per ora 7 vittime, ma testimoni oculari di “Tolo News” (tra le più importanti agenzie giornalistiche afghane avverse al regime dei Talebani e ai fondamentalisti islamisti) raccontano di numeri «molto più alti» per i morti dopo l’esplosione nella moschea sciita.



NUOVA STRAGE IN MOSCHEA AFGHANISTAN: LA FIRMA DELL’ISIS?

Sono passati solo 7 giorni dalla precedente strage avvenuta a Kunduz, attribuita in quel caso all’ISIS dopo la rivendicazione degli stessi islamisti di Daesh: quasi 100 morti, più di 100 feriti e un bollettino di guerra per quanto riguarda i danni generati dall’ISIS-K (la frangia ‘afghana’ che combatte contro i Talebani per il controllo dell’area). A seguito dei 100 morti provocati a Kabul lo scorso 26 agosto nel tristemente famoso attentato all’aeroporto internazionale, lo Stato Islamico ha giurato guerra ai Talebani provocando altri stragi nelle settimane a seguire: ai funerali della madre del portavoce talebani Zabihullah Mujahid, le piazze nel Nangharar ormai quasi ogni giorno e da ultimo queste due stragi nelle mosche sciite il giorno della preghiera coranica del venerdì. Si attende solo la conferma ufficiale della rivendicazione ISIS anche per l’attentato di Kandahar ma ci sono davvero ben pochi dubbi sulla paternità dell’orrendo crimine.