Nel corso del pomeriggio di oggi, lunedì 13 dicembre 2021, è intervenuto ai microfoni di “Ore 14” Luca Cari, portavoce dei vigili del fuoco impegnato a Ravanusa, dove si è registrata la drammatica esplosione che ha provocato il crollo di una palazzina di quattro piani. Queste le sue dichiarazioni: “Siamo un organo tecnico e dovremo dare conferme oggettive sull’accaduto solo quando avremo delle certezze, al di là delle impressioni. L’esplosione è davvero importante, parliamo di una palazzina di 4 piani che è completamente crollata e di quelle vicine che hanno subìto la stessa sorte”.



L’ipotesi è la seguente: “Pensiamo che si sia creata una grande sacca di gas, che ha poi originato la deflagrazione. Comunque, ora ci concentriamo sulle operazioni di soccorso, poi ci interrogheremo sulle cause”. Cari ha poi tenuto a precisare che questo “non significa che tutte le condutture siano a rischio perdita, in quanto i dati che abbiamo a disposizione non ci segnalano un emergenza in tal senso e le statistiche non ci dicono che in passato ci siano state molte persone coinvolte in incidenti di questo tipo”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



ESPLOSIONE RAVANUSA, LA TESTIMONIANZA: “FUGA DI GAS GIÀ L’ANNO SCORSO”

Storie Italiane ha intervistato un’altra signora residente nei pressi delle palazzine crollate in quel di Ravanusa, denunciando continue fughe di gas: “L’anno scorso siamo stati miracolati – ha spiegato in diretta tv sul primo canale – c’è stata una fuga di gas e dobbiamo ringraziare i vigili del fuoco”. Quindi ha proseguito: “Siamo stati al campo sportivo al freddo con le coperte, siamo stati quasi tutta la notte”. E ancora: “Non doveva succedere quest’anno, ieri un’altra fuga di gas davanti a casa di mia figlia qui vicino”.



“Siamo in pericolo – denuncia la signora – devono controllare o se no li tolgano, la zona è franosa, i tubi si rompono, siamo in pericolo. Le fughe di gas sono troppe – ha proseguito – ieri ne hanno trovate un’altra, quanti miracolo può fare Gesù? Io sono già stata salvata due volte, quest’anno e l’anno scorso”. Poi ha aggiunto: “Io abito a 50 metri da qui, a quest’ora potevo essere sotto le macerie. L’anno scorso avevo davanti alla porta la fuga del gas e meno male che i vigili del fuoco ci hanno salvate”. Storie Italiane ha intervistato anche il fisico Valerio Rossi Albertini sull’argomento: “Siamo in una condizione eccezionale, è possibile che ci siano altre sacche di gas o altre sorgenti di emissione. La prima cosa che farei io è creare un cordone sanitario per evitare che chiunque si possa avvicinare. Poi fare una ricerca con il cerca fughe che permette di individuare una concentrazione anomala di gas”. Così invece il sindaco di Ravanusa: “Nessuna segnalazione in quella zona, ne al comune ne alla polizia municipale. Hanno sentito odori forti? Di questo se ne occuperanno gli inquirenti, ora concentriamoci sui dispersi poi dovremo verificare la situazione degli sfollati e pensare a come sistemare la zona interessata. Le persone intorno sono state già sfollate, l’area è di 10mila quadrati, un perimetro più largo del cratere, 100 metri per 100″.(aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ESPLOSIONE RAVANUSA: 7 MORTI, 2 DISPERSI. LUCA CARI: “MOMENTO DI GRANDE DOLORE”

Storie Italiane si è recata con una troupe in quel di Ravanusa, il luogo dove si è verificato il crollo di quattro palazzine e dove sono morte 7 persone, bilancio purtroppo ancora parziale, visto che vi sono ancora due dispersi. Il programma di Rai Uno ha potuto intervistare Luca Cari, responsabile dei Vigili del Fuoco, che ha spiegato: “Sono 36 ore di lavoro, lavoro impegnativo dal punto di vista tecnico ed emotivo, e aver ritrovato stamattina 2 dispersi senza vita diventa un momento di dolore. Sono 100 vigili del fuoco che si stanno alternando con turni di lavoro e andiamo avanti fino a che non avremo trovato gli ultimi due dispersi”.

Quindi Luca Cari ha proseguito: “La dinamica è da accertare e verificare, e l’effetto è sicuramente quello della palazzina più grande crollata e altre persone coinvolte”. In merito al ritrovamento delle persone decedute oggi: “Un momento di grande dolore quello che abbiamo vissuto questa mattina, la speranza per i vigili del fuoco è ritrovare persone in vita e la mamma col bambino è un’aggiunta al dolore. Tutti abbiamo sperato di poterli trovare in vita e quindi oggi non è iniziata bene questa giornata. Si scava con le mani perchè vanno rimossi in modo chirurgico materiali per evitare crolli che possono coinvolgere i vvf ma anche le persone sepolte”. Sulle conduttore che forse avrebbero rilasciato metano: “Bisogna fare degli accertamenti, è tutto da stabilire, al momento non abbiamo certezze in tal senso”. Storie Italiane ha intervistato anche alcuni testimoni oculari, tutti residenti spaventati e che si sentono per certi versi miracolati. Una donna ha raccontato di un problema di gas negli ultimi anni che era stato comunque riparato. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ESPLOSIONE RAVANUSA, FUGA DI GAS: 7 MORTI, 2 DISPERSI E 2 DONNE ESTRATTE VIVE

Nella terza notte di lavori incessanti a Ravanusa, le ricerche sotto le macerie della palazzina sventrata dall’esplosione hanno purtroppo fatto emergere altri 4 corpi senza vita dei 6 dispersi iniziali: il bilancio dei Vigili del Fuoco arriva a 7 morti totali, 2 feriti (le due donne rimaste ferite e ricoverate in ospedale a Licata e Agrigento con traumi e fratture) e ancora 2 dispersi nelle famiglie devastate dal crollo del palazzo di Ravenusa (Agrigento), avvenuto sabato sera scorso.

I corpi delle persone estratte morte questa mattina, confermano ufficialmente le autorità, sono di Selene Pagliarello – l’infermiera 30enne al nono mese di gravidanza – il marito Giuseppe Carmina, entrambi erano andati a trovare i genitori di lui Angelo Carmina e Enza Zagarrio (abitavano al terzo piano). Il dramma nel dramma, tra qualche giorno Selene avrebbe partorito il loro primo figlio. In tutto sono cento gli sfollati che hanno dovuto lasciare le loro abitazioni adiacenti alla palazzina di via Trilussa, sventrata dalla ormai sempre più probabile fuga di gas.

INCHIESTA SULL’ESPLOSIONE DI RAVANUSA: “PUZZA DI GAS DA UNA SETTIMANA”

Come riportano i responsabili dei pompieri che hanno lavorato per la terza notte consecutiva incessantemente nelle ricerche dei dispersi, è stato il cane “Luna” dei Vigili del Fuoco a trovare stamani attorno alle ore 6.30 i 4 morti estratti sotto le macerie e introvabili da giorni. Mentre intanto proseguono le ricerche per le ultime due persone ancora introvabili, avanzano le ipotesi della magistratura sulle cause che hanno portato alla terribile esplosione di Ravanusa. Giusto sul posto ieri il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, ha ufficializzato l’apertura del fascicolo per disastro e omicidio colposo. Come spiega l’ANSA, nei prossimi giorni il procuratore riceverà tutta la documentazione relativa alla rete di distribuzione del gas: probabile, dopo il sequestro della maxi area attorno alla palazzina, l’iscrizione nel registro degli indagati dei primi nomi di tecnici e amministratori che hanno avuto responsabilità nella rete del gas degli scorsi mesi. «Alcuni vicini mi hanno detto che si sentiva odore di gas – ha detto uno dei sopravvissuti della tragedia di Ravanusa, Calogero Bonanno -. Se è vero c’è stata una negligenza imperdonabile». Il consigliere comunale Giuseppe Sortino ha poi spiegato come negli ultimi 7 giorni «so che diversi cittadini hanno lamentato la puzza di gas nella zona che chiamiamo via delle Scuole Don Bosco in contrada Masciminici, dov’è avvenuta la tragedia, ma nessuno è intervenuto. Sia il sindaco sia i tecnici del gas non hanno ricevuto segnalazioni». Molti i dubbi e le domande senza risposta sulla strage di Sicilia: il dato di fatto è che la rete del gas è carente, nonostante le tubature siano del 1984, con ancora in questo ore alcuni testimoni tra i soccorritori che segnalano l’odore di gas molto forte a un chilometro dalla palazzina. «Il problema ora è capire se c’è solo una colpa, il non essere intervenuti su un sistema ormai datato, o se c’è anche un dolo, quello di non aver effettuato la necessaria manutenzione», spiega un investigatore a TgCom24. Il comandante provinciale dei Carabinieri di Agrigento, colonnello Vittorio Stingo, ha poi spiegato che ancora non risulta chiaro quale sia stato l’innesco dell’esplosione: una delle ipotesi è che possa essere stata l’attivazione di un’ascensore, ha sottolineato il comandante dei vigili del fuoco di Agrigento Giuseppe Merendino, ma potrebbe anche essere stato altro come una luce accesa o una banale sigaretta.