Dopo la seconda ondata di audio shock sul caso Berlusconi-Mediatrade, arrivano le prime repliche giuridiche del giudice della Cassazione che nel 2013 condannò il leader di Forza Italia: Antonio Esposito ha annunciato di aver querelato la trasmissione di Rete 4 “Quarta Repubblica”, il suo conduttore Nicola Porro e il direttore del Riformista Piero Sansonetti. Intervistato poi da Repubblica, il magistrato di Napoli smentisce l’intera tesi esposta dal collega defunto Amedeo Franco nell’ormai famoso primo “audio” conservato per 7 anni da Silvio Berlusconi prima di renderlo pubblico.
«Plotone di esecuzione? La decisione sulla condanna non fu decisa a priori ma fu adottata all’unanimità dopo 8 ore di camera di consiglio in cui vennero esaminati, uno per uno, oltre 90 motivi di ricorso per accertare, come esplicitato in motivazione, la correttezza e la congruità della valutazione di una imponente mole di prove orali e documentali da parte dei giudici di merito. Il processo si svolse in un clima sereno, fu dato ampio spazio al procuratore generale e ancor più alle difese. L’esame degli oltre 90 motivi di ricorso fu scrupolosissimo», si difende il giudice che firmò la condanna per frode fiscale a Berlusconi.
“FRANCO? PECCATO NON POTERLO PIÙ DENUNCIARE”
Franco parlava di profonda malafede nei confronti di Berlusconi, ma Esposito non ci sta e smentisce su tutta la linea: «L’affermazione di Franco è radicalmente falsa. Non subii pressioni né da parte della Procura di Milano né da chiunque altro. Se Franco fosse stato in disaccordo con il verdetto avrebbe potuto esplicitarlo nelle forme di legge: in busta chiusa e sigillata». Per Esposito però in quell’occasione Franco non fu in disaccordo e anzi, sempre secondo il magistrato napoletano, «una parte della motivazione poi approvata collegialmente in apposita camera di consiglio, dove la motivazione fu letta parola per parola e fu da tutti sottoscritta, pagina per pagina, proprio perché tutti avevano concorso a formarla».
Per questo motivo Esposito poi è durissimo ad attaccare dalle colonne di Repubblica il defunto magistrato Franco: «il suo comportamento va a giustificarsi con il suo imputato che ha concorso a condannare e muove accuse totalmente false agli altri colleghi che non erano assolutamente prevenuti, è inqualificabile ed inquietante. Purtroppo non è più possibile denunciarlo».
GIUDICE ESPOSITO QUERELA RETE 4 E SANSONETTI
Intanto il magistrato della Cassazione ha mandato querela per «gravissima diffamazione» contro la trasmissione di Rete 4 condotta da Nicola Porro: «Quarta Repubblica è la stessa trasmissione che ha mandato in onda l’audio di un colloquio tra Berlusconi e il giudice Amedeo Franco, relatore di quella stessa sentenza, che definiva – tra le altre cose – quella sentenza “una schifezza guidata dall’alto”». In merito alle testimonianze dei dipendenti dell’hotel di Ischia – fulcro del secondo audio presentato da Quarta Repubblica lunedì scorso – che riportavano degli attacchi e antipatie lanciate contro Berlusconi, è sempre Esposito a Rep che spiega «Come ebbi conoscenza di tali dichiarazioni, sporsi querela nei confronti dei tre camerieri chiedendone la punizione per le dichiarazioni rese (che sembravano fotocopie l’una dell’altra) evidenziando la loro palese falsità, inverosimiglianza e strumentalità ad un ben evidente scopo. Ho segnalato anche la significativa circostanza che i tre erano dipendenti di un albergo di proprietà di un politico vicinissimo a Berlusconi». Chiosa finale sulla proposta di Forza Italia di formulare istanza per senatore a vita di Berlusconi dopo il presunto “scandalo” subito sul caso Mediaset «ce lo vedo? No», ammette seccamente.