Un’inchiesta de L’Espresso ha fatto luce sul grosso impero dei Ferragnez svelando alcuni inediti retroscena. Stando a quanto riporta un articolo a firma di Vittorio Malagutti e Carlo Tecce, il rapper Fedez si autocensurerebbe per soldi. Alla luce di alcuni documenti di cui l’Espresso sarebbe entrato in possesso, il gruppo Be, suoi azionisti e finanziatori in Doom gli avrebbe imposto di non “rilasciare dichiarazioni inerenti al settore bancario e assicurativo che cagionino un danno alla società”. In caso contrario verrebbe meno una alleanza che solo nell’anno in corso dovrebbe fruttare 15 milioni di euro di ricavi. Ma oltre ai documenti esclusivi pubblicati, l’Espresso cerca di far luce sull’intero impero Ferragnez che coinvolge anche la moglie Chiara Ferragni: sarebbero emerse anomalie negli andamenti dei titoli in Borsa del gruppo Aeffe (Alberta Ferretti) e di Monnalisa, aziende di moda, nei giorni precedenti all’annuncio della collaborazione con l’influencer.
Il gruppo Be, come spiega L’Espresso, è il proprietario dell’immagine di Fedez. Il sistema di Doom sarebbe il seguente: Fedez recluterebbe artisti, meglio se cantanti, li coinvolgerebbe in spettacoli per le banche e poi li ingaggerebbe con la sua nuova casa discografica. Come svela l’inchiesta, nel 2020 in 8 mesi di attività la società di Fedez e Be ha fatturato 8 milioni di euro di cui uno da Mastercard. Per quest’anno prevede di incassarne almeno il doppio grazie a clienti come Banca Intesa, Unicredit, Credit Agricolé, Skingood (integratori alimentari vegani), Dofar (farmacia digitale per malati cronici), Foodspring (prodotti per diete), Layla (smalto) ed Hellobody (cura pelle e capelli).
FEDE, INCHIESTA DELL’ESPRESSO
Secondo quanto reso noto dall’Espresso, il contratto tra i due soci di Doom prevedrebbe che a scadenze prefissate, nel 2025 e nel 2027, la società Be potrà decidere se disimpegnarsi oppure rilevare la quota di proprietà di Fedez e famiglia. Al tempo stesso è anche prevista una clausola che al gruppo Be di sciogliere l’alleanza se il rapper dovesse fare “dichiarazioni inerenti al settore bancario e assicurativo che cagionino un danno alla società”. E’ quanto contenuto nel verbale del consiglio di amministrazione di Be del 7 febbraio 2020 con il quale veniva stipulato il contratto. Questo dunque significherebbe che Fedez non potrà criticare banche e assicurazioni per non mettere a rischio gli affari di famiglia. Nel frattempo proseguono incontrastati anche gli affari della moglie Chiara Ferragni. Gli ultimi bilanci pubblicati dalla società dell’influencer sono quelli del 2019 e parlano di ricavi per 6,4 milioni con utili per 450 mila euro per Tbs Crew, che gestisce il marchio The Blond Salad. Sisterhood, invece, a cui fanno capo le campagne pubblicitarie, è arrivata a 5 milioni di euro di profitti su 11 milioni di giro d’affari. Qualche problema sarebbe giunto dalla gestione di Fenice, che a causa di alcuni perdite importanti ha portato alla rottura con il socio Pasquale Morgese. Il mese scorso ha fatto notizia l’ingresso di Chiara nel Cda di Tod’s, la cui notizia ha fatto guadagnare in borsa il 14% n un solo giorno al titolo Tod’s.
CHIARA FERRAGNI E LE PRESUNTE ANOMALIE IN BORSA
Chiara Ferragni non è più solo una influencer ma sigla accordi con le aziende di moda facendo girare milioni di euro. E’ successo ad esempio con Monnalisa che venderà su licenza abbigliamento per neonati e bambini con il marchio Chiara Ferragni. L’Espresso ha notato come dopo la notizia in pochi minuti il titolo Monnalisa sia stato travolto dagli ordini di acquisto, con un rialzo nei due giorni successivi superiore al 70%. La vera anomalia però consiste nel fatto che la reazione del mercato azionario non coincide con l’annuncio del nuovo contratto, ma lo anticipa almeno di una settimana. Il dubbio paventato è che qualcuno a conoscenza dell’annuncio abbia deciso di giocare di anticipo “rastrellando titoli Monnalisa per poi rivenderli sull’onda del rialzo innescato dall’effetto Ferragni”. Lo stesso copione si sarebbe ripetuto non solo per Monnalisa ma anche per Aefe l’azienda di moda controllata dalla famiglia Ferretti, che collabora anche essa con la Ferragni. L’impero dei Ferragnez non si ferma qui: in ballo il documentario per Prime Video di Amazon ed un’iniziativa con Vodafone stando ai documenti visionati dall’Espresso.