Per quasi 4 italiani su 10 le vacanze sono (anche) sinonimo di scoperta dell’enogastronomia. E così ben il 27% degli operatori turistici propone tour sul territorio per conoscere le tradizioni della nostra cucina. A dirlo sono i risultati dell’Osservatorio Nomisma-Unicredit che sottolinea quale stretto legame unisca ormai turismo e buona tavola. Un binomio capace di richiamare un popoloso esercito di consumatori, dal momento che parliamo di una parte consistente dei 34 milioni di italiani che, secondo Federalberghi, entro la fine dell’estate si saranno mossi su e giù per la Penisola. 



E soprattutto un binomio capace di muovere importanti giri d’affari: secondo Coldiretti, infatti, 1/3 della spesa turistica nell’estate 2022 sarà destinato al mangiare. Il che significa superare quanto destinato all’alloggio per le vacanze. Il cibo diventa dunque la voce più importante del budget della vacanza estiva in Italia. Ma non solo. Coldiretti sottolinea infatti che il consumo di pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, come anche l’acquisto di souvenir o specialità enogastronomiche è addirittura diventato per molti turisti la principale motivazione del viaggio.



E questo rappresenta una vera boccata d’ossigeno per un settore, come la ristorazione, duramente penalizzato da due anni di emergenza che hanno prodotto un crack senza precedenti: Coldiretti ha stimato che tra il 2020 e il 2021 si sono persi circa 65 miliardi di euro. Una battuta d’arresto importante, quella del fuori casa, che si è peraltro fatta sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti. Nel mirino – ricorda Coldiretti -, sono finiti vino, olio, carne, pesce, frutta e verdura, ma non sono stati risparmiati neppure salumi e formaggi di alta qualità che trovano nella ristorazione un importante mercato di sbocco. Senza contare i riflessi sul settore ittico e vitivinicolo, per i quali il fuori casa rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.



Ora la ripresa del turismo interno unita a un ritorno, seppur ancora parziale, dei visitatori stranieri promette tanto alla ristorazione quanto alla filiera che le sta dietro di rialzare la testa. Anche perché va considerato che al consumo di cibo effettuato direttamente in vacanza si deve aggiungere anche l’acquisto di specialità che vengono poi portate a casa, “una scelta importante – dice Coldiretti – per salvare prodotti tipici dall’estinzione”. E per sostenere intere filiere del nostro sistema agroalimentare.

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