Ospite a EPCC condotto da Alessandro Cattelan su Sky, Esteban Cambiasso avrà modo di ripercorrere la sua lunga militanza con l’Inter. Ancora oggi il Cuchu, 431 partite condite da 51 gol, è riconosciuto come una delle grandi intuizioni di calciomercato di Massimo Moratti: il suo acquisto risale all’estate 2004, e da allora sono passati 10 anni con la maglia nerazzurra per il centrocampista argentino, uno degli ultimi eroi del Triplete (2010) a lasciare. Ripercorriamo allora la storia: Cambiasso arriva in Europa a 16 anni da compiere, voluto fortemente dal Real Madrid. Gioca due anni nella squadra B, poi rientra in Argentina per due prestiti in società storiche come Independiente e River Plate, e con i Millionarios realizza 14 gol in una stagione mettendo in mostra grandi doti di centrocampista box to box, sia pure partendo da una posizione di mediano difensivo.



Tornato al Santiago Bernabeu, con Vicente Del Bosque diventa a tutti gli effetti un interditore: segnerà appena un gol in due anni, vincendo quattro titoli. La Champions League però non arriva, quello è un Real Madrid che comincia a sentire la pressione del Barcellona (prossimo alla rinascita con Frank Rijkaard), Carlos Queiroz chiude quarto nella Liga e Florentino Pérez gli dà il benservito. Arriva la leggenda blanca José Antonio Camacho: durerà tre giornate, nel frattempo ha deciso che di Cambiasso si può fare a meno. Piccolo particolare: l’argentino non ha rinnovato il contratto ed è in scadenza. Se lo assicura l’Inter: il Cuchu diventa subito titolare e il suo arrivo coincide di fatto con la rinascita della squadra. Che per due stagioni cede il passo alla Juventus, ma poi i bianconeri finiscono in Serie B per Calciopoli e l’era a tinte nerazzurre comincia. Di quella squadra, Cambiasso è l’insostituibile: solo nel 2006-2007 gli infortuni gli impediscono, unica tra 10 stagioni, di giocare meno di 30 partite in campionato (saranno 21).



ESTEBAN CAMBIASSO OSPITE A EPCC

Nel 2010 come detto Cambiasso vince il Triplete; gli allenatori si susseguono, da José Mourinho si passa a Rafa Benitez e Leonardo, poi Gian Piero Gasperini e Claudio Ranieri arrivando ad Andrea Stramaccioni e Walter Mazzarri. Il Cuchu non esce mai dalla formazione titolare, dimostra ancora una volta grande senso del gol (record di 8 reti stagionali, mai sotto i 4 se non nel primo anno, mica male per un mediano) ma soprattutto è il collante di grande energia in mezzo al campo, un equilibratore fondamentale anche per una squadra che purtroppo, dato l’addio allo Special One, conosce un lento ma inesorabile declino. Quando Cambiasso saluta la San Siro nerazzurra, nella sua bacheca ci sono 15 trofei; il suo addio (insieme a quello di capitan Javier Zanetti) rappresenta di fatto la definitiva fine dell’epoca d’oro, nel 2014 agli ordini di Mazzarri l’unico reduce del Triplete è Davide Santon, che aveva avuto un ruolo assolutamente marginale (15 presenze, una sola apparizione in Champions League).



Dopo l’Inter, Cambiasso gioca ancora per tre anni: nel 2014-2015 ha la forza per diventare il miglior calciatore dell’anno secondo i tifosi del Leicester, ironia della sorte potrebbe partecipare al miracolo Foxes ma la Premier League vinta 12 mesi più tardi non lo vede comparire nella rosa, perché nel frattempo il Cuchu è finito in Grecia. Nell’Olympiacos gioca poco ma si fa notare per una buona Europa League; smette alla soglia dei 37 anni, senza alcun rimpianto se non quello di non aver mai vinto un Mondiale. Con l’Argentina ne ha giocato solo uno, nel 2006: all’apice della carriera, quattro anni più tardi, Diego Armando Maradona lo lasciò clamorosamente a casa operando scelte parecchio discutibili, come la convocazione di Jonas Gutierrez e Mario Bolatti – che poco dopo sarebbe arrivato alla Fiorentina, senza lasciare tracce – in luogo di lui e Javier Zanetti. In Coppa del Mondo a dire il vero ci è tornato, da assistente del connazionale José Pekerman: si è seduto sulla panchina della Colombia, al momento potrebbe fare il vice in Serie A o Serie B ma per adesso si è fatto apprezzare come opinionista e commentare su Sky Sport.