Ester Goffi, attivista di Ultima Generazione, è stata condannata insieme a Guido Viero dalla Corte di Appello del Vaticano a 9 mesi di reclusione con pena sospesa e al pagamento di una multa di 1.500 euro, di 2.000 euro di spese di cancelleria e a 28.000 euro di risarcimento. Il motivo è che nell’estate del 2022 si incollò al basamento del Lacoonte ai Musei Vaticani per porre l’accento sulla crisi climatica. La storica dell’arte, in una intervista a Il Fatto Quotidiano, ha ammesso di essere amareggiata: “È un colpo durissimo”.



A proposito della condanna da parte del Vaticano, la donna ha puntato anche il dito contro Papa Francesco. “C’è una grande discrepanza tra ciò che viene detto in pubblico, dal Pontefice in primis, e come si agisce nel ‘privato’, nell’aula di un tribunale. Se è vero che il Papa è una coraggiosa voce fuori dal coro, non possiamo negare che siamo perplessi di fronte alla sua inazione nei nostri confronti”, ha sottolineato. “L’organo giudiziario dello Stato che governa ci sta reprimendo senza sconti e non ha detto o fatto nulla in nostra difesa. Da fuori il suo silenzio è assordante e preoccupante”. 



Ester Goffi di Ultima Generazione contro la Chiesa e il Governo dopo i blitz green

Ester Goffi ha rivelato anche che gli esponenti di Ultima Generazione hanno scritto diverse lettere a Papa Francesco. “Una subito dopo l’azione e un’altra in merito al processo, ma non abbiamo avuto risposta. Abbiamo chiesto di essere assolti, che si riconoscesse il valore del gesto, che siamo stati spinti da lucidità su ciò che sta succedendo, ma non è servito. La Chiesa è un’istituzione che ha i suoi dogmi e i suoi meccanismi di potere, ma se chi sta a capo parla in un certo modo, ti aspetti che non ci sia questo accanimento da parte dell’organismo giudiziario”, ha continuato. 



Al di là della Chiesa, però, non è la prima volta che arrivano sentenze a sfavore degli attivisti, anche a causa dei nuovi reati ad hoc. “Siamo governati da persone che hanno visto approvare leggi ad personam per difendere anche criminali, e poi fanno una legge ad movimentum per reprimere un silenzio democratico che se svolto in modi che non creano disturbo non viene ascoltato, se svolto invece in modi che creano conflitto – per quanto fertile e non dannoso – vengono repressi”.