Stiamo continuando a scoprire maggiori dettagli sulla riunione che Zapatero ha avuto lunedì con i banchieri, prima di annunciare la creazione di un fondo di 50.000 milioni di euro per affrontare la crisi.
«Presidente, abbiamo bisogno di 100.000 milioni di euro per far fronte ai nostri debiti e nel sistema non c’è denaro», gli hanno detto i banchieri. E il Presidente, insieme al “mago” Solbes (Ministro dell’Economia), sembra aver trovato la formula per far in modo che lo Stato, che non può più aver controllo sulla politica monetaria, si trasformi in un “cacciatore” di denaro da prestare poi alle grandi entità finanziarie.
Per risolvere la stretta creditizia, lo Stato emetterà più debito pubblico. Con il denaro ricavato comprerà bond emessi dalle banche e alla loro scadenza percepirà degli interessi più alti di quelli che avrà dovuto pagare per i titoli di Stato.
Solbes presenta così il piano, come se fosse una formula a costo zero per i contribuenti, che non dovranno rimetterci un soldo. Si evita così il collasso di alcune identità finanziarie che hanno prestato molto denaro ad alcune società immobiliari, le quali hanno basato la loro crescita su un forte indebitamento. Per esempio, ricordiamo tutti il credito da 1.000 milioni di euro concesso da Caja Madrid a Martinsa-Fadesa che era sull’orlo del fallimento.
In realtà, per far sì che il piano di Solbes sia a costo zero, si dovrebbero fare carte false. L’emissione di un maggior numero di titoli di Stato, infatti, presuppone un aumento del debito pubblico dal 38% al 41%. Sebbene il nostro tasso di debito pubblico non sia tra i più alti, qualsiasi suo aumento fa sì che gli investitori internazionali percepiscano una crescita del rischio nei loro “affari” in Spagna.
A prova di quanto appena detto, basta vedere quello che è successo nel mercato del debito nel nostro Paese nelle ultime ore. Una volta annunciato il piano di Solbes, il prezzo dei titoli di Stato a 10 anni è sceso, c’era meno gente disposta a comprarli, così il loro rendimento è sceso al 4,39%. La differenza con i titoli di Stato tedeschi (considerati i più stabili d’Europa) è salita allo 0,59%. È un valore importante, la maggior differenza dal 1999. E ha un costo inevitabile: siamo meno affidabili.
Infine vi è un altro costo, forse il più importante: se i 50.000 o 100.000 milioni di euro raccolti dallo Stato servono per soddisfare i crediti che le banche hanno concesso ai grandi immobiliaristi, le piccole e medie imprese (che sono quelle che creano l’80% di lavoro in Spagna) vedranno solo piccole briciole di questa grande iniezione di liquidità.
Alla fine Zapatero non resta che un ostaggio delle grandi banche.
(F. Rioja)