Secondo Karl Rove, stratega delle vittoriose campagne elettorali del presidente degli Stati Uniti uscente George W. Bush, non è ancora detta l’ultima parola per il candidato repubblicano alla Casa Bianca, John McCain, dato in svantaggio da tutti i sondaggi nazionali.
In un intervento pubblicato su The Wall Street Journal, Rove ricorda come nelle ultime due settimane di campagna elettorale, prima del voto del 4 novembre, gli elettori daranno un ultimo sguardo “serio” ai due candidati prima della scelta definitiva, e quindi il risultato della partita non è affatto già deciso, sebbene Barack Obama goda di un vantaggio del 7,3% stando alla media di tutti i sondaggi.
Un ultimo sondaggio Gallup rivela però che in questo momento c’è ancora un alto numero di elettori indecisi, quasi il doppio rispetto alle ultime presidenziali. Inoltre – scrive sempre Rove – il 45% degli elettori, secondo un sondaggio Washington Post/Abc, ritiene che Barack Obama non abbia le qualità per essere presidente degli Stati Uniti, la stessa percentuale riscontrata in un sondaggio dello scorso marzo. Si tratta della percentuale più alta mai registrata dalla campagna per le elezioni del 1988, quando il 56% degli elettori riteneva inadatto alla presidenza il candidato democratico Michael Dukakis.
Per questo Obama sta spendendo molti dei soldi finora raccolti in spot tv negli stati chiave come la Virginia, la Florida, il Missouri e il Nevada, e sta facendo di tutto per darsi un tono presidenziale. In ogni caso, osserva Rove, non sono sufficienti solo i soldi per assicurarsi la vittoria, visto che nel 2004 il candidato democratico John Kerry spese 121 milioni di dollari più di Bush e perse ugualmente.
McCain dal canto suo sta apportando alcuni “importanti” correttivi alla sua campagna. In primo luogo il senatore dell’Arizona e la sua candidata alla vicepresidenza, Sarah Palin, stanno optando per discorsi e comizi più taglienti che hanno un migliore impatto in tv. Inoltre McCain sta cercando di far valere la sua maggiore esperienza politica, presentando Obama come un candidato inesperto in grado solo di aumentare le tasse per fare fronte alla grave crisi finanziaria in corso.
Il senatore dell’Arizona sta infine concentrando i suoi viaggi negli Stati in bilico, che decideranno l’esito della contesa (Florida, North Carolina, Virginia, Ohio, Missouri, Colorado e Nevada). Se vincerà in questi Stati, perdendo solo l’Iowa e il New Mexico rispetto a quelli conquistati dai repubblicani nel 2004, McCain vincerà 274 collegi elettorali e la Casa Bianca. Si tratta di una impresa difficile, afferma Rove, ma non impossibile.