A fine agosto fu Sarah Palin a rimettere in corsa John McCain. Oggi, all’indomani dell’ultimo dibattito tv con Barack Obama, la carta del senatore repubblicano per tentare quella che Karl Rove ha definito una rimonta “difficile ma non impossibile”, ha lo sguardo meno accattivante della governatrice dell’Alaska. Il suo è un fisico più da Mastrolindo. Ha 34 anni, fa l’idraulico (plumber) viene dall’Ohio e si chiama Joe.
McCain lo ha citato una dozzina di volte nel faccia a faccia. “Joe the plumber” è l’icona della classe media Usa, incarna il sogno americano, la via del successo. Sacrificio e lavoro duro per salire i gradini della società. La celebrità Joe l’ha raggiunta ieri. Per McCain, Joe altro non è che la vittima predestinata del sistema fiscale di Obama.
L’antefatto: domenica a Toledo, Ohio, Joe si avvicina a Obama al termine del comizio. Gli dice che il suo sistema fiscale gli farà pagare più tasse. Joe dopo 15 anni da dipendente, sta per comprare una ditta che fa più di 250mila dollari, la soglia magica, quella che per Obama divide l’America in ricchi e poveri. I primi saranno più tassati, i secondi di meno. Gli istituti indipendenti stimano che la riforma tributaria di Obama alleggerirà le tasse per il 95% delle persone, Barack ripete il refrain. Dice che con lui gli small businessmen e la middle class avranno sgravi fiscali. McCain da mesi dà per scontato che questa sia una falsità. La ripete ad ogni comizio.
Joe the plumber domenica è riuscito nell’impresa di mettere in difficoltà Obama sull’economia più di quanto sia riuscito a McCain nell’ultimo mese. Perché ieri il repubblicano, nella sua unica performance sufficiente nei tre dibattiti, ha pescato dalla memoria il video di Joe che interroga Obama e la risposta balbettante di quest’ultimo: «Non voglio punirti per il tuo successo, ma penso che se ridistribuiamo la ricchezza è un bene per tutti». Joe – ha confessato alla Fox News – è uscito ancora più preoccupato dal faccia a faccia con Obama. Ieri ha detto che il suo voto sarà un segreto «custodito dalla scheda elettorale». Ma in fondo a McCain va bene così. Il plumber che vede frantumarsi il sogno americano è il miglior spot.
Forse galvanizzato dal buon avvio, McCain ha mantenuto nel dibattito un buon livello. Ha attaccato Obama sull’economia, sull’aborto, sulla campagna negativa, sulle relazioni con l’estremista radicale degli anni ’60 Bill Ayers. Obama però ha sempre replicato senza perdere il controllo, dimostrando piena padronanza della situazione. I sondaggisti dicono che il dibattito l’ha vinto il senatore dell’Illinois di un soffio. Ma se McCain saprà cavalcare al meglio l’effetto Joe the plumber il rush finale verso il 4 novembre potrebbe riservare qualche sorpresa. Anche se l’economia va male, la crisi finanziaria resta il top issue e la strategia repubblicana è ondivaga e incerta. Il sogno americano di Joe o lo spettro recessione? E’ questa, almeno sino alla prossima sorpresa elettorale, la sintesi della sfida fra John McCain e Barack Obama.