Garzón, giudice “star” della Audencia Nacional (l’alta istanza penale spagnola), amico e alleato del Governo Zapatero, ha aperto la scorsa settimana un processo contro i delitti del franchismo. La decisione l’ha comunicata in un atto in cui si è dichiarato competente per investigare su un presunto crimine contro l’umanità.
L’atto ha poco di giuridico e molto di una propria revisione storica con un’ideologia molto precisa. Garzón giunge a richiedere il certificato di morte di Francisco Franco e di altre 34 persone decedute da parecchio tempo.
Il problema della disperata causa che Garzón ha iniziato contro il regime di Franco è che ci sono alcuni settori intellettuali, culturali e politici che l’appoggiano. Nessuno di questi settori si preoccupa di sostenere che il processo di Garzón abbia un qualche fondamento giuridico.
La Fiscalía de la Audiencia Nacional, che rappresenta lo Stato, sostiene che i presunti delitti sono caduti in prescrizione nel 1977 con l’approvazione dell’amnistia che è stata il primo passo verso la democrazia.
Prestigiosi giuristi segnalano che la tipologia di crimini contro l’umanità è stata stabilita legalmente nel 1945, dopo il processo di Norimberga contro il responsabili del nazismo. La guerra civile spagnola si è svolta prima di allora.
Il vero dramma è che i settori che appoggiano Garzón, il Governo con il suo silenzio e il “giro” del quotidiano El País, sono disposti ad accettare che si usi il diritto per portare avanti un processo simbolico contro la dittatura franchista. In questo modo utilizzano male la funzione dello stato di diritto che non ha come finalità rivisitare gli abusi o gli aspetti positivi di Franco o della Seconda Repubblica.
In realtà la legislazione penale e la Audiencia Nacional diventano strumenti per rimuovere una delle basi della nostra democrazia. Dopo la morte di Franco, gli spagnoli condonarono le responsabilità penali non solo dei sostenitori del franchismo, ma di tutti i responsabili di atti politici con conseguenze penali. Fu una decisione saggia per non muoversi in un passato sinistro in cui quasi tutti avevano qualcosa da farsi perdonare. Ora si vuole modificare il patto che ha dato origine alla Costituzione. Si perde l’unità costruita attraverso il perdono, la riconciliazione e il sacrificio.
Alcuni giorni fa lo storico Stanley Payne leggeva così quello che stava accadendo in Spagna: «È uno show politico. Tutti sanno che Garzón è un narcisista senza il minimo rispetto della legge, della verità o della dignità. È sempre disposto a lanciarsi in qualsiasi stravaganza che possa dargli la massima pubblicità».
La sinistra di Zapatero, secondo Payne, si sta impegnando nella battaglia di tipo storico per due ragioni: «Una è culturale, l’ascesa del buonismo, la nuova ideologia delle sinistre che si chiama “correzione politica”, che mette grande enfasi sul vittimismo. L’altra ragione è per poter “infamare” in qualche modo le destre con una leva politica. Le due ragioni sono molto interconnesse».