Dopo il dibattito tra i due candidati alla vicepresidenza, Tom Shales del Washington Post ha osservato: “Sarah Palin sembrava essersi preparata, per il dibattito vice-presidenziale dell’altra sera, studiando le imitazioni di Tina Fey nel suo “Saturday Night Live”, facendo la brillante, ammiccando, affettando allegria , un “dannatamente giusto” di qui, e un “I’ll betcha” ( ci puoi scommettere ) di là.
Sarah Palin ha stornato le allusioni di Joe Biden all’amministrazione di Bush in questo modo: “Dimmi che non è vero, Joe, stai tornando ancora a guardare indietro!. Hai preferenziato (sic) tutto quello che avevi da dire sull’amministrazione Bush. Al diavolo questo, adesso guardiamo avanti e diciamo agli americani ciò che abbiamo in progetto per loro per gli anni futuri”. Malgrado il gergo populista, ha mostrato competenza e disinvoltura, in contrasto con gli umilianti spezzoni di interviste ampiamente circolati prima del dibattito.
Joe Biden ha mostrato fervore e rispetto, mirando sopra la testa della Palin, a Mc Cain. Ha martellato i risultati dell’amministrazione Bush e ha offerto un’analisi dettagliata degli argomenti di politica estera, dal Pakistan alla Palestina. Mentre Palin accusava Obama di voler sventolare bandiera bianca in segno di resa, Biden ha ribadito la sua opposizione alla guerra. “Prima che andassimo in guerra, avevo detto che se ci fossimo andati senza i nostri alleati e senza il tipo di appoggio di cui avevamo bisogno, saremmo stati lì per un decennio e ci sarebbe costato decine di miliardi di dollari, John Mc Cain ha detto di no, che sarebbe andato tutto bene”.
Biden era un po’ sulla difensiva quando ha cercato di opporre alla Palin, che si presenta come una normale mamma di classe media, la sua provenienza dalla classe operaia. Con commozione, ha ricordato la sua fatica di padre dopo aver perso la moglie e un figlio in un incidente automobilistico.
Di fatto, il punto più importante del dibattito tra i due candidati è stata forse la questione del ruolo del vicepresidente in larga parte trascurata, dato l’interesse di commentatori e sondaggisti per questioni più generali.
Sarah Palin si è espressa in favore della “flessibilità” della posizione, notoriamente ampliata dall’attuale vice presidente Dick Cheney: “Ovviamente, sappiamo cosa fa un presidente. E non è solo presiedere il Senato, è prendere questa posizione sul serio. Sarei lieta se la Costituzione concedesse più autorità al vice presidente e se egli la impiegasse per collaborare col Senato, accertandosi che venga sostenuta la politica del presidente e che il presidente capisca quali sono le nostre e di assicurarsi che supporti le sue decisioni, e assicurandosi anche di quali siano i nostri punti di forza.”
Il senatore Joe Biden ha risposto condannando l’espansione del ruolo del vice presidente nel ramo legislativo. “Il vicepresidente Cheney è probabilmente stato il più pericoloso vice presidente della storia americana. Non si rende conto che l’art. 1 della Costituzione definisce il ruolo del vice presidente degli Stati Uniti nel ramo esecutivo. Lui lavora nell’esecutivo. Dovrebbe capirlo. Tutti dovrebbero capirlo. E il ruolo primario del vicepresidente è di sostenere il presidente degli Stati Uniti d’America, dargli la sua opinione al meglio, quando richiesta, e presiedere il Senato, solo quando nel Senato vi è effettivamente una situazione di parità di voto. La Costituzione è esplicita. (N.d.R. Il vicepresidente presiede il Senato, ma vota solo in queste situazioni)”
Il governatore Palin ha proposto una “visione mondiale” americana come modello per il resto del mondo, legandosi così all’eredità di Reagan.
“Ma ancora più importante è la visione del mondo che io condivido con John Mc Cain. Quella visione del mondo che dice che l’America è una nazione eccezionale. E noi dobbiamo essere quella città splendente sulla collina, come ha detto molto bene il presidente Reagan, che noi siamo un faro di speranza, e che qui non abbiamo scuse. Non siamo perfetti come nazione, ma insieme rappresentiamo un perfetto ideale: democrazia, tolleranza, libertà e uguaglianza dei diritti. Quelle cose che noi rappresentiamo e che possono essere usate bene come una forza per il bene del mondo.”
Da quando John Mc Cain ha scelto Sarah Palin come vice presidente, Barak Obama ha reso più esplicito il suo pieno supporto all’aborto, particolarmente nella pubblicità. Quando ai candidati a vice presidente fu chiesto se avessero mai cambiato idea in passato, Biden disse di aver cambiato i suoi criteri per la selezione dei giudici così da includere posizioni ideologiche e in particolare il sostegno alla Roe v. Wade ( N.d.R. Sentenza della Corte Suprema in favore dell’aborto). Questa affermazione ha segnato una linea divisoria, dato che la nomina dei giudici della Corte Suprema è riconosciuto come il più importante fattore nella legislazione sull’aborto.
Se, “Dio non voglia”, come entrambi i candidati hanno affermato, il vicepresidente eletto dovesse succedere al presidente, il dibattito ha offerto una buona opportunità per mettere a confronto una rustica estranea a Washington, come la Palin si caratterizza, con uno stagionato e sperimentato statista.