Con i sondaggi che mostrano un sostanziale vantaggio per Barack Obama e la maggior parte della stampa di Washington che sta praticamente garantendo la sua vittoria, gli elettori ispanici negli Stati Uniti si stanno chiedendo cosa potrebbe significare per loro una presidenza Obama.
I latinos negli USA hanno storicamente rappresentato una forte base elettorale per il Partito Democratico: come molti gruppi di immigranti nel ventesimo secolo, i legami degli ispanici con il movimento dei lavoratori e con la Chiesa cattolica li hanno generalmente portati a sostenere i programmi dei Democratici. In anni recenti, la riduzione da parte dei Repubblicani del problema dell’immigrazione a un problema di “sicurezza dei confini”, ha spinto ancor di più l’elettorato ispanico verso il Partito Democratico. Mentre molti cattolici si stanno avvicinando al Partito Repubblicano per la sua posizione più conservatrice in temi sociali quali l’aborto e la ricerca sulle cellule staminali, gli ispanici come gruppo non si sono mossi in questa direzione. Ed infatti, l’appoggio alla candidatura di Hillary Clinton nella comunità ispanica è stato ampio: soprattutto gli immigrati di più recente data, hanno visto nella Clinton un candidato attento alle preoccupazioni dei lavoratori a basso reddito, in generale del movimento dei lavoratori, e degli immigrati in particolare.
La sua rinuncia alla candidatura e la ascesa di Barack Obama alla testa del ticket dei Democratici, hanno posto negli USA molti ispanici in una situazione conflittuale. Da una parte, la lealtà alla causa Democratica produce una naturale simpatia per Obama, il candidato del partito; dall’altra, diversi elettori ispanici ritengono che l’entusiasmo del Senatore Obama per la riforma dell’immigrazione e i diritti degli immigrati sia stata meno che evidente. “Obama mi piace, ma non l’ho ancora visto molto impegnato in materia di immigrazione”, dice Lucían Ordoñez di Paludale, California. Altri, specialmente i proprietari di piccole aziende, sono diffidenti verso promesse elettorali che sembrano portare a tasse più elevate per i lavoratori indipendenti. “Voglio restare in affari, ma non so cosa potrà succedere se dovrò pagare più tasse”, dichiara Michael López di San Francisco.
Quindi, non è ancora chiaro quali potranno essere gli effetti di una presidenza Obama sugli ispanici degli Stati Uniti, che non formano un gruppo omogeneo, al di là delle apparenze. Si possono prospettare alcune possibilità:
– è probabile che Obama dia una posizione abbastanza importante nell’Amministrazione al governatore del Nuovo Messico, Bill Richardson, un ispanico americano nato in Messico e sostenitore dichiarato di Obama, garantendo così ai latinos una voce dentro la Casa Bianca;
– la piattaforma elettorale di Obama è mirata a fornire aiuto economico ai nuclei familiari con reddito basso o medio, categorie in cui rientrano molte famiglie ispaniche. Molti dei piani di Obama saranno probabilmente approvati da un Congresso in sintonia con lui;
– Obama ha promesso di dare più aiuti finanziari agli studenti che intendono frequentare l’università, altro tema molto caro ai latinos, che vedono l’istruzione come una via per migliorare il proprio tenore di vita
– il programma sociale dominante all’interno del Partito Democratico, che finirà per controllare sia il ramo legislativo che quello esecutivo, porterà probabilmente ad assumere una serie di iniziative contrarie ai valori tradizionali familiari e di fede comuni ai latinos, in particolare per quanto riguarda le unioni omosessuali e l’allargamento del diritto di aborto, così come il maggior sostegno al suicidio assistito. Finora, tuttavia, questi temi non hanno avuto grande risonanza tra gli immigrati, concentrati sugli aspetti di sopravvivenza economica, ma avranno certamente un effetto sulla vita della famiglia, che rappresenta ancora una istituzione centrale per la comunità ispanica
(Damian Bacich, California)