Con un voto storico, il Parlamento di Baghdad ha approvato il testo dell’accordo tra Usa e Iraq che definisce la roadmap di normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi. Il contenuto dell’accordo è vario e articolato; ma la notizia più clamorosa riguarda il ritiro definitivo delle truppe americane dal territorio iracheno per il 2011.



Il ritiro sarà graduale, come già preannunciato, e coinvolgerà prima i grandi centri urbani e le province più popolose, secondo un calendario già avviato di passaggio di consegne alle forze armate e di polizia irachene, quindi dal resto del territorio.

Quel traguardo non è lontano e davvero solo in quella circostanza si potranno tracciare bilanci definitivi sulla guerra in Iraq. C’è chi sostiene che la politica di Bush, a quell’epoca, sarà rivalutata. Chi teme che il ritiro dei soldati americani possa lasciare un buco nero geopolitico nel cuore del Medio Oriente.



Ad ogni modo, questa notizia ha riacceso le aspettative per un processo di pacificazione che, qualora fosse abbinato alla strategia tratteggiata dal neo-eletto Barack Obama, rappresenterebbe effettivamente una svolta negli assetti mediorientali.

C’è da sottolineare che l’accordo in questione dovrà essere sottoposto a una nuova lettura – e, quindi, all’approvazione in via definitiva – dello stesso Parlamento di Baghdad tra una settimana. Così come va specificato che questo accordo troverà il suo naturale complemento nel testo sulla cooperazione militare che definirà il framework militar, strategico della presenza americana sul suolo iracheno.



Con ogni probabilità verranno mantenute alcune installazioni nel nord del Paese, area considerata strategica per la concentrazione di pozzi petroliferi e per l’alto gradiente di fedeltà garantito dalle popolazioni curde.

Il governo iracheno ha chiesto una clausola per la quale nessun attacco potrà essere sferrato dal territorio dell’Iraq ai vicini – si legga, all’Iran.

Il processo di normalizzazione è ancora lungo e complesso. Richiederà provvedimenti e misure di costruzione della fiducia, secondo un approccio regionale. L’Iraq può, nelle intenzioni americane, tornare ad essere pivot della sicurezza regionale.

Il ritiro delle truppe americane era considerato un passaggio cruciale sia in termini di credibilità politica, sia come futuro test per la capacità irachena di provvedere alla propria sicurezza. Per adesso, l’entusiasmo politico creato dall’annuncio basta per essere ottimisti. Anche se i terroristi hanno accolto la notizia facendo esplodere autobombe.