Il primo ministro della Repubblica democratica del Congo, Adolphe Muzito, visiterà la parte Est del paese, in particolare Goma, il capoluogo provinciale minacciato dai ribelli di Laurent Nkunda che sono appostati a una quindicina di chilometri dalla città. Lo si è appreso da una fonte ufficiale a Kinshasa. Muzito, nominato alla guida del governo il 10 ottobre scorso e la cui priorità principale è quella di riportare la pace nell’est del paese dove operano numerosi gruppi armati, visiterà oltre alla provincia del Nord-Kivu, le città di Bukavu (Sud-Kivu), Kisangani e Dungu (Provincia orientale).



Onu pronto a mediare – Il generale ha chiesto una trattativa diretta col governo di Kinshasa, ma l’esecutivo ha respinto l’offerta. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, si è detto ieri sera disponibile ad andare in Africa per tentare di risolvere la crisi e ha discusso a lungo in questi giorni della questione con i presidenti del Congo, Joseph Kabila e del Ruanda, Paul Kagame. L’Onu intanto ha nominato l’ex presidente nigeriano Olusegun Obasanjo inviato speciale nel paese e il generale senegalese Babacar Gaye capo della missione militare dell’Onu in seguito alle dimissioni a ottobre dello spagnolo Vincente Diaz dopo un solo mese di incarico (secondo la stampa africana per sfiducia nella politica Onu).



Interviene l’Unione Africana – Anche l’Unione africana ha scelto un emissario per la crisi congolese, l’ex ministro degli Esteri senegalese Ibrahim Fell, che si recherà a Kinshasa già domani. Secondo il ministro degli Esteri sudafricano, si parlerà di Congo anche al summit dei leader africani sullo Zimbabwe che si riunirà domenica prossima in Sudafrica. Intanto è grave l’emergenza umanitaria. l’Unicef parla di centomila profughi nel Nord Kivu, di cui sessantamila sono bambini.

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