Il filosofo Gustavo Bueno, che si dichiara ateo, sostiene che «è assurdo togliere i crocefissi». «Il crocefisso – afferma uno dei più autorevoli pensatori spagnoli – è un simbolo storico, teologico e artistico che fa parte della nostra cultura. Togliere il crocefisso è come togliersi un vestito. Chi sostiene questa battaglia manca di conoscenza. Basterebbe leggere Hegel, e non San Tommaso, per sapere che il crocefisso non si può togliere».



Il leader della scuola del materialismo filosofico ha anche sostenuto che «la Chiesa cattolica ha salvato la ragione nella storia dell’Europa. Di fronte all’Islam, che in realtà è un’eresia del cristianesimo, un’eresia ariana, e di fronte al gnosticismo, la Chiesa ha mantenuto i criteri della filosofia greca che ha incorporato nella teologia dogmatica».



Bueno ha inoltre assicurato che sono stati invertiti i termini: «La gente dice che non crede nella Chiesa, ma che crede in Dio. In verità la cosa è al contrario. Credere in Dio è qualcosa di metafisico, la Chiesa è qualcosa di storico. Bisogna stare nella realtà e sapere ciò che ha rappresentato la Chiesa nella storia».

Secondo Gustavo Bueno, in Spagna il potere ha indotto un conflitto tra la sinistra e la destra. «L’opposizione tra la sinistra e la destra è antecedente al XIX secolo. Non c’è tale distinzione in senso politico. La destra è divenuta socialista da molto tempo. Si è indirizzata alla questione sociale dai tempi di Maura e dopo ha proseguito con Primo de Rivera e Franco. La sinistra è rimasta senza programma».



«Dalla Transizione (periodo di passaggio dal regime franchista alla democrazia, ndr) e dalla Costituzione – ha detto ancora il filosofo – è stata superata la distinzione tra la sinistra e la destra. Ma dalla seconda vittoria di Aznar, quando la sinistra ha cominciato a temere di non tornare più al governo, ha reinventato il mito della destra e della sinistra, delle due Spagne di Machado (Poeta spagnolo che, con la proclamazione della Repubblica, parlò di una Spagna popolare viva e di una Spagna putrefatta legata al gesuitismo, ndr). In realtà si tratta di un meccanismo elettorale per identificare il Partito Popolare con Franco. È un conflitto indotto dal potere, che approfitta dell’ignoranza della gente che continua a leggere sempre meno».