Washington – Era stata inserita due anni fa nella lista nera dei paesi “cattivi”, ora la Cina ne viene estromessa, pur restando il giudizio espresso nei confronti del paese orientale ugualmente severo: la Cina continua a negare alla sua popolazione diritti umani e libertà di base – si legge nel documento – e continua a interferire nella attività dei media e a torturare i prigionieri.



Ideologia – Immediata la reazione di Pechino: il ministro degli esteri Yang Jiechi ha sostenuto che le critiche contenute nel dossier «rivelano una mentalità da guerra fredda, fanno distinzioni basate sull’ ideologia» e rappresentano «un’ interferenza negli affari interni della Cina con la scusa dei diritti umani».



Lista nera – La lista stilata dal Dipartimento di Stato (presentata da Condoleezza Rice), nella quale vengono inseriti i paesi che compiono maggiori violazioni dei diritti umani, comprende quest’anno Corea del Nord, Birmania, Iran, Siria, Zimbabwe, Cuba, Bielorussia, Uzbekistan, Eritrea e Sudan. In particolare gli Usa stigmatizzano il “comportamento orrendo” della Birmania, dove durante il 2007 il regime ha continuato «a perpetrare uccisioni extragiudiziarie e si è reso responsabile di sparizioni di persone, detenzioni arbitrarie e illimitate, stupri e torture», e il profondo «deterioramento dei diritti umani avvertito in Pakistan».
 




 

Libertà violate – Per Corea del Nord e Iran vengono messi in evidenza invece quelle dinamiche tese a cancellare le libertà individuali: il regime repressivo coreano «continua a controllare quasi tutti gli aspetti della vita dei cittadini, negando libertà di espressione, stampa, raduno e movimento», mentre nel paese islamico l’attuale regime «viola la libertà di espressione e di raduno e ha intensificato le sue azioni contro dissidenti, giornalisti e tutti coloro che non concordano con la politica di arresti arbitrari, detenzioni, uso eccessivo della forza».

Miglioramenti – Il rapporto denuncia infine la situazione in Siria, «peggiorata ulteriormente nel 2007», e a Cuba,la quale resta «sotto il controllo totalitario di Raul Castro e di Fidel Castro» e il regime «continua a negare ai suoi cittadini diritti umani e libertà di base». Notevoli invece i miglioramenti sul fronte del rispetto dei diritti umani in Marocco, Mauritania, Ghana e Haiti.