«Interi quartieri della città distrutti, caos totale su tutta l’isola. Il Palazzo Nazionale è stato quasi assaltato dei manifestanti, fermati dalla sicurezza con mezzi da controguerriglia urbana. La situazione a Les Cayes è terribile». Con queste parole Carlo Maria Zorzi, rappresentante dell’Ong AVSI ad Haiti, descrive la grave emergenza in cui è precipitata l’isola dei Caraibi stremata dalla povertà.
Il prezzo del riso, infatti, è cresciuto in tutto il mondo, andando inevitabilmente ad aggravare lo stato di grande fragilità del potere d’acquisto della popolazione di Haiti, che vive per l’80% con meno di 2 dollari al giorno. Il prezzo del riso, fagioli e latte condensato (non esiste quello fresco) è aumentato del 50%, mentre quello della pasta è raddoppiato.
«I primi scontri – spiega Zorzi – sono iniziati la settimana scorsa a Les Cayes, nel sud ovest di Haiti, nella zona più rurale dell’isola. Abbiamo evacuato immediatamente il nostro personale dell’ufficio locale, facendolo arrivare qui da noi a Port au Prince. Ora però la situazione è precipitata anche qui, nella capitale. Non possiamo che aspettare l’evolversi degli eventi».
Migliaia di persone già marciano nelle vie della città, protestando con violenza: «Abbiamo fame!». Sedie lanciate contro le vetrine dei negozi, auto date alle fiamme. Echi di spari ovunque. I protestanti chiedono la cacciata dall’isola del presidente Renè Preval e del contingente Onu della Minustah di stanza ad Haiti, ritenuti colpevoli della situazione venutasi a creare. Molti manifestanti chiedono che torni al potere l’ex presidente Jean-Bertrand Aristide, esiliato nel 2004. In migliaia i suoi sostenitori riuniti soprattutto a Cité Soleil, il quartiere bidonville più violento dell’isola.
«Le manifestazioni hanno toccato il ministero dell’Agricoltura – racconta ancora Zorzi – dove sono stati bruciati i pneumatici della macchina del ministro, mentre il ministero del Commercio è stato letteralmente distrutto da lanci di pietre. A Les Cayes il senatore del sud è stato picchiato e la sua famiglia è stata salvata dal linciaggio dalla polizia, ma la sua casa è stata distrutta dalle fiamme».
Un portavoce dell’Onu ha cercato di richiamare alla calma: «Basta con la violenza, non può che peggiorare la situazione». Il World Food Programme delle Nazioni Unite ha intanto lanciato un appello urgente per Haiti; il Segretario Generale Ban Ki-moon già la settimana scorsa era preoccupato che la crisi mondiale del prezzo del cibo peggiorasse la situazione nell’isola.