La Macedonia abbandonerà il summit Nato di Bucarest in aperta protesta contro la decisione dell’Alleanza atlantica di non invitare Skopje ad entrare nella Nato. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri macedone Antonio Milososki. Il rifiuto è dovuto al veto greco.
Intanto, i 26 Stati membri della Nato hanno deciso di rivedere l’ipotesi di apertura del programma di pre adesione Map alle due repubbliche ex sovietiche, Ucraina e Georgia, in Dicembre. «Il dossier del programma di pre-adesione Membership Action Plan – ha dichiarato il segretario generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer – sarà riconsiderato a dicembre», precisando che «l’Alleanza sostiene, tuttavia, la volontà di adesione delle due repubbliche ex sovietiche».
Diversamente, Croazia e Albania sono state invitate ufficialmente dalla Nato a entrare nell’Alleanza atlantica, come ha annunciato il segretario generale della Nato. Rimane fuori invece la Macedonia per la disputa sul nome con la Grecia.
L’agenda del Vertice, aperto ieri, spazia dall’Afghanistan allo scudo spaziale americano in Europa Orientale, dalla contestata adesione della Macedonia al programma di pre-adesione di Georgia e Ucraina.
Sulla questione Afghanistan ci si aspetta un chiarimento da parte del governo francese su quante siano le “centinaia” di uomini che Parigi è disposta ad inviare come supporto alle operazioni Nato. Per Parigi la situazione non è facile a causa di una forte opposizione della minoranza a questo invio di truppe.
Anche il nostro ministro della Difesa, Arturo Parisi, ha già dichiarato che l’Italia non intende aumentare il proprio contingente impegnato.
Stessa posizione è stata espressa dal Presidente turco Gul.
Bush ha mostrato una certa comprensione per la generale riluttanza a rafforzare le prime linee e dare più uomini. Ma ricorda che l’esito della missione internazionale in Afghanistan (Isaf) è troppo importante per abbandonarla. Un fallimento, suggerisce Bush, potrebbe portare a un rifugio sicuro per i terroristi, oltre alla distruzione di un’aspirante democrazia. Del resto, con 17.000 uomini impegnati nella missione Isaf e 14.000 nel contingente dispiegato in Afghanistan orientale per l’addestramento dell’esercito nazionale e la lotta ai guerriglieri qaedisti, gli Stati Uniti sono il primo contributore di truppe nel Paese dell’Asia centrale. La presenza statunitense è inoltre destinata ad aumentare ulteriormente di 3.500 unità dei marine, che per la maggior parte saranno destinati alla missione Nato-Isaf.
(Foto: Imagoeconomica)


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