Sono scarse le informazioni sull’attuale situazione in cui versano Jolanda Occhipinti e Giuliano Paganini, i due cooperanti italiani sequestrati in Somalia lo scorso 21 maggio. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera neanche la Farnesina e i servizi segreti riescono ad avere contatti costanti e notizie certe da chi tiene prigionieri i connazionali. Il vertice Fao svoltosi a Roma è stata comunque l’occasione per cercare di mettere luce su una vicenda su cui sta calando il silenzio. Scarse comunque le informazioni strappate al presidente dell’Eritrea Afeworky.
Nelle mani di uno sceicco – Il capo degli shebab, si sta prendendo cura degli ostaggi, però per la paura di una cattura e vita di mettersi in contatto con le autorità italiane. Dopo il rapimento il Ministero degli Esteri intaliani ha inviato una task-force di sei uomini a nairobi, estendendo la presenza della nostra intelligence. Pare che siano pronti i soldi per il riscatto, ora si cercano contatti per organizzare lo scambio.
Il carceriere – Occhipinti e Paganini sarebbero stati prelevati da una milizia di shebab, esponenti talebani locali, guidata dallo sceicco Hassan Daher Haweis, che a sua volta li avrebbe consegnati ad un loro gruppo guidato dallo sceicco Hassan Afrah. Hassan avrebbe portato gli ostaggi, catturati ad Aw Deghle nei pressi di Afgoi nel Basso Shebele, una cinquantina di chilometri da Mogadiscio, nella capitale e ora la loro prigione si troverebbe nel quartiere di Horuwa, alla periferia nord, vicino all’ex fabbrica della pasta. Hassan Afrah è un capo miliziano che ha avuto due piedi amputati nel 1993, dopo una feroce battaglia combattuta contro gli americani ai tempi di della missione dell’Onu Unosom.