L’aviazione e l’esercito georgiani hanno scatenato all’alba di oggi una massiccia offensiva contro la repubblica ribelle del’Ossezia del sud, proprio nel giorno dell’inaugurazione delle Olimpiadi di Pechino.
Testimoni dalla capitale separatista Tskhinvali parlano di decine, se non centinaia, di morti, fra i quali anche militari della forza di interposizione russa. Da Pechino, il primo ministro russo Vladimir Putin ha minacciato ritorsioni, mentre il presidente Dmitri Medvedev ha convocato una riunione di emergenza del consiglio nazionale di sicurezza.
Il presidente georgiano Mikhail Saakashvili ha proclamato la mobilitazione generale dell’intera popolazione, denunciando violazioni dello spazio aereo georgiano da parte di aerei russi.
Il ministero degli esteri di Mosca smentisce l’intervento della propria aviazione, e definisce «un delirio» la notizia diffusa dalla televisione georgiana sull’abbattimento di un cacciabombardiere russo. Il ministero della difesa per parte sua afferma che non permetterà alle forze georgiane di sopraffare i suoi militari stanziati nella repubblica secessionista, autoproclamatasi indipendente nel 1992, dopo il crollo dell’Urss, e che vorrebbe la riannessione all’ Ossezia del nord alla Federazione russa.
I carri armati di Tbilisi sono dentro la capitale sudosseta di Tskhinvali, dove incontrano comunque sacche di resistenza.
L’ospedale della città è stato raso al suolo dalle bombe, secondo testimoni, e l’università, a circa 500 metri dal quartier generale delle forze di pace russe, è in fiamme. In un accorato appello al presidente Dmitri Medvedev, i cittadini di Tskhinvali chiedono protezione, facendo valere la cittadinanza concessa loro dalla Russia.
Intanto forze abkhaze si stanno ammassando al confine amministrativo dell’altra repubblica ribelle, e i dirigenti dell’Abkhazia non escludono l’apertura di un secondo fronte.
L’attacco di Tbilisi è giunto a sorpresa, sia per la consueta tregua olimpica, sia perché oggi avrebbero dovuto iniziare dei colloqui di pace, dopo le sparatorie al confine dei giorni scorsi. Secondo i servizi georgiani, dal tunnel di Roki, che collega l’Ossezia del sud alla Russia, stanno arrivando mezzi pesanti e artiglieria. Il presidente dell’Ossezia del nord, in nottata, è andato a Tskhinvali. Ha affermato che centinaia di volontari si stanno organizzando per soccorrere gli osseti e ha messo a disposizione dei “fratelli£ del sud ospedali e ricoveri per i profughi. Da diversi giorni, donne e bambini vengono evacuati oltre confine, ma ne rimangono ancora molti nella capitale sotto attacco e nei villaggi occupati dalle forze georgiane, stando alle informazioni fornite da Tskhinvali.
Fonti sudossete parlano di intere comunità rase al suolo. La Nato e la Ue hanno chiesto un immediato cessate il fuoco, ma una riunione notturna del Consiglio di sicurezza dell’Onu non ha trovato accordo su una analoga dichiarazione, per l’opposizione di Usa e Gran Bretagna. Washington è strettamente alleata con Saakashvili, anche se la sua deriva autoritaria ha raffreddato l’iniziale entusiasmo per il leader filo-occidentale della “rivoluzione delle rose” .