Chi, in questi anni, ha seguito lo sviluppo della crisi iraniana avrà potuto constatare come, in questi anni, gli allarmi su imminenti attacchi aerei israeliani si siano susseguiti di continuo. Tuttavia, il fatto che un evento così catastrofico non sia ancora avvenuto, paradossalmente, rafforza la convinzione che il prossimo allarme sarà più concreto e credibile. All’inizio di settembre qualcuno prevedeva l’inizio dell’attacco all’Iran per la metà del mese oppure, addirittura, per l’11 settembre. Una bufala, certamente, ma come distinguere la bufala, magari diffusa a fini di guerra psicologica, dalla verità?
Ecco dunque una lista di eventi che possono essere interpretati come precondizioni di un eventuale attacco.
PRECONDIZIONI POLITICHE
Nelle elezioni americane Barack Obama è in vantaggio oppure i due candidati sono in sostanziale parità ed è possibile una vittoria di stretta misura del democratico Obama. (Spiegazione: in tal caso Bush potrebbe ordinare un attacco che Obama, giunto alla presidenza, non avrebbe né il tempo né la determinazione di attuare). Condizione probabile fino a novembre 2008 e, in caso di vittoria di Obama, fino a gennaio 2009.
Olmert dà le dimissioni da capo del governo e viene sostituito da provvisoriamente da Tzipi Livni. (Per una prova suprema come quella che Israele dovrebbe affrontare è necessaria una saldezza e un’unità che, in questo momento, la classe politica israeliana non possiede.) Condizione sussistente.
Ahmadinejad e il gruppo di potere che fa capo alle guardie della rivoluzione rimane saldamente al potere (Ogni speranza di un “regime change” è vana dato il capillare controllo poliziesco dei pasdaran) Condizione sussistente.
Appoggio di Francia e Inghilterra all’iniziativa americana (Determinante il loro voto all’interno del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, anche in presenza di veto russo-cinese) Molto probabile.
Appoggio agli USA da parte dell’Arabia Saudita e degli stati del Golfo (Essenziale per operare da basi ravvicinate) Molto probabile.
PRECONDIZIONI MILITARI
L’aviazione e l’esercito israeliano hanno compiuto l’addestramento previsto per l’attacco. ( Condizione sussistente).
Presenza nel Golfo di almeno due task forces con portaerei nucleari. (Condizione attualmente non sussistente e due task forces sono appena sufficienti, data la pericolosità dei missili anti-nave iraniani: le probabilità di attacco aumenterebbero con tre o quattro portaerei nella zona)
Presenza nel Golfo di almeno una task force anfibia per operare contro la centrale di Busher. (Attualmente è presente la Peleliu, mentre la Iwo Jima, che trasporta la 26° Marine Expeditionary Unit è diretta verso l’area di impiego della Quinta flotta, ossia il Golfo Persico)
Completamento dell’addestramento specifico della flotta americana e alleata per operare in acque basse e nello stretto di Hormuz. (Addestramento effettuato in agosto.)
Il generale David Petraeus assume il comando del CENTCOM il Comando delle forze americane nel settore che va dall’Africa orientale al Pakistan. (Petraeus ha sempre considerato l’Iran come il maggior alleato della guerriglia in Irak: l’ammiraglio William Fallon, precedente capo del CENTCOM, era contrario a un attacco all’Iran ed è stato rimosso all’inizio dell’anno). Condizione sussistente dal 16 settembre.
Presenza di bombardieri B52 nella base di Diego Garcia. (Il 4 e 5 settembre sei B52 di stanza a Guam, nell’Oceano Pacifico, hanno effettuato esercitazioni, simulando attacchi al suolo con missili a lunga gittata, sia convenzionali stand-off che Cruise, volando per più di 60 ore consecutive: ogni offensiva nei conflitti più recenti è iniziata con azioni di B52). Come è ovvio, nessuna notizia.
Fornitura di sistemi antimissile ultimo modello all’Iran da parte della Russia. Condizione sussistente fra qualche mese.
Avvio della centrale atomica di Busher. (Condizione prevista per il marzo 2009)
Naturalmente si possono aggiungere altre condizioni o il conto alla rovescia verso la guerra può essere accelerato o rallentato da fatti, allo stato imprevedibili. La crisi in Georgia, un futuro rientro dell’Ucraina nella sfera di influenza russa prima della sua adesione alla NATO, la presenza (attuale) di bombardieri strategici in Venezuela e il ritorno di personale militare russo a Cuba possono fungere da diversivo o moltiplicare le aree calde del pianeta.