Il prossimo 20 gennaio, l’insediamento di Barack Obama come presidente degli Stati Uniti attirerà fino a due milioni di persone per i festeggiamenti. Praticamente ogni stanza in albergo o in altre sistemazioni a Washington e nei dintorni è stata già bloccata.
I biglietti per la cerimonia sono distribuiti gratuitamente dagli uffici del Congresso a personalità e addetti ai lavori, ma 5.000 biglietti per assistere alla parata sono stati offerti al pubblico e venduti online nel giro di un minuto. Si dice che si siano pagati 20.000 dollari per un posto.
Del conto di 50 milioni di dollari per la cerimonia, 10 milioni vengono dalle casse pubbliche e il resto è stato raccolto da donatori, soprattutto dirigenti di Wall Street. Un migliaio di venditori autorizzati stanno preparando i loro negozi e stand. Per fare un confronto, le cerimonie di insediamento del presidente Bush radunarono in città solo trecentomila persone.
Nel 1801,Thomas Jefferson fu il primo presidente a essere insediato a Washington. Il giuramento di James Buchanan nel 1857 fu il primo a essere fotografato, quello di Harry Truman nel 1949 il primo a essere ripreso dalla televisione e quello di Bill Clinton nel 1997 il primo a essere trasmesso in diretta su Internet. Anche l’Air Force One, l’aereo presidenziale, fu teatro di un insediamento, quando il giudice Sarah T. Hughes accolse il giuramento di Lyndon Johnson il 22 novembre del 1963, subito dopo l’assassinio di John F. Kennedy.
Perfino il vicepresidente uscente Dick Cheney ha mostrato entusiasmo per l’evento: «Ho la stessa sensazione che penso abbiano molti americani, e cioè che è veramente notevole che tra qualche giorno qui presterà giuramento il primo presidente degli Stati Uniti afro-americano. Quando venni qui nel 1968, avevamo avuto l’assassinio di Martin Luther King e di Bobby Kennedy, rivolte nelle città e gravi disordini in tutto il paese, la maggior parte per motivi razziali. In effetti, le cose sono cambiate così tanto che stiamo per insediare Barack Obama come presidente degli Stati Uniti. È una storia davvero notevole e una testimonianza, credo, di enorme successo e progresso degli Stati Uniti».
Il programma inizia nella mattinata con un servizio religioso, una tradizione iniziata con Franklin e Eleanor Roosevelt nel 1933. Dopo la cerimonia religiosa, il presidente George Bush e il presidente eletto Barack Obama guideranno insieme il corteo al Campidoglio. Qui, a mezzogiorno, i nuovi presidente e vicepresidente presteranno giuramento entrando così in carica. Dopo il discorso di insediamento di Obama, il presidente e la First Lady uscenti lasceranno il Campidoglio.
Seguirà il pranzo di inaugurazione e poi la parata dal Campidoglio alla Casa Bianca lungo la Pennsylvania Avenue, con la partecipazione di 13.000 persone, tra militari e civili. Dopo la parata, il nuovo presidente e la First Lady presenzieranno una decina di balli inaugurali.
Il tema dell’insediamento, “Una nuova nascita della libertà”, deriva dal discorso tenuto a Gettysburg da Lincoln, di cui tra poco si celebreranno i duecento anni dalla nascita. Prima dell’insediamento, Barack Obama viaggerà in treno da Filadelfia a Washington, con il vicepresidente eletto Joe Biden, rifacendo così lo storico viaggio compiuto da Lincoln per andare alla Casa Bianca. Obama inoltre giurerà sulla stessa Bibbia su cui giurò Lincoln. Anche il pranzo di insediamento comprenderà portate tipiche della cucina familiare a Lincoln, iniziando con ostriche stufate per continuare con petto d’anatra, cherry chutney (salsa a base di ciliegie), fagiano ripieno con riso selvatico, patate dolci in melassa, e finendo con pan di Spagna con mela e cannella. La filosofia di governo di Obama è stata associata a quella di Lincoln per avere inserito avversari politici tra i suoi consiglieri.
La cerimonia di insediamento è materia di dibattito sotto il profilo religioso. Attualmente è in corso un’azione legale tendente a escludere il nome di Dio dalla cerimonia. In effetti, la frase “Mi aiuti Iddio” non è scritta nel giuramento per l’insediamento, ma è un’attribuzione apocrifa al primo presidente George Washington ed è stata tradizionalmente adottata dai vari presidenti, almeno in tempi recenti: si dice che Obama sia intenzionato a seguire questa tradizione.
Altre critiche sono state rivolte al presidente eletto per aver indicato per questa invocazione il pastore conservatore Rick Warren, anche se questa scelta è stata bilanciata dall’invito per la benedizione finale al Reverendo Joseph Lowery, un attivista per i diritti civili: i due rappresentano posizioni opposte nel dibattito sui matrimoni omosessuali in California.
Ci si può aspettare un notevole mal di testa per Washington dopo una simile megafesta. Il giorno dopo l’insediamento, comunque, il nuovo presidente e il suo staff dovranno mettersi rapidamente al lavoro per occuparsi di una crisi economica globale senza precedenti, di due guerre all’estero e della nuova conflagrazione in Medio Oriente.