La Spagna ha concluso il 2008 con più di 3 milioni di disoccupati. Nei prossimi mesi diventeranno quattro. Bruxelles ha infatti corretto il Governo, dicendo che nel 2009 non ci sarà la ripresa.
Il gruppo Prisa (proprietario de El País), in difficoltà finanziarie soffocanti, con un debito di 4.800 milioni di euro, non riuscendo a vendere al prezzo che vuole Digital + (una piattaforma televisiva satellitare) e dopo aver chiuso Localia, il suo network di emittenti locali, ha compiuto una prova di forza.
El País fa in modo che le rivelazioni su una presunta trama di spionaggio tra i consiglieri della Comunità di Madrid si trasformino nell’arco di poco più di una settimana nella grande notizia, anche se si tratta di informazioni noiose e dubbie.
Si mescolano i “presunti pedinamenti” del consigliere Francisco Granados nei confronti di un altro consigliere e del vicesindaco di Madrid Manuel Cobo, con alcune foto del vicepresidente della Comunità di Madrid Ignacio González a Cartagena de Indias. E inizia il processo.
Il redattore che firma l’articolo, Francisco Mercado, prova i presunti pedinamenti ma dichiara di non aver mai sostenuto che dietro di essi ci siano Esperanza Aguirre (Presidente della Comunità di Madrid) o altri consiglieri. E provare che ci siano stati dei pedinamenti è in realtà poca cosa.
La Presidente della Comunità di Madrid ha aspettato diversi giorni per reagire, ma quando lo ha fatto ha messo la mano sul fuoco per quanto riguarda il suo gruppo. In realtà c’è una profonda inquietudine nel Governo madrileno. Ciò che è stato raccontato da El País non è al momento rilevante, ma si è temuto che potesse avere informazioni seriamente compromettenti.
Nemmeno a calle Génova (sede del Partido Popular) hanno informazioni precise. Questo spiega il comunicato di giovedì 22 gennaio in cui Rajoy sembra volersi scaricare di un peso e in cui non afferma categoricamente la falsità di ciò che è stato pubblicato.
Alberto Ruiz-Gallardón (sindaco di Madrid), come sempre si è lanciato nella mischia e la sua vecchia guerra con la Aguirre lo spinge a dire alla Tve che le informazioni de El País potrebbero essere vere. Questa reazione ha dato a El Mundo l’occasione per gettare legna sul fuoco della caldaia che sta alimentando dalle scorse elezioni di marzo: quella in cui vorrebbe cuocere Rajoy per farlo dimettere.
Un’occasione ulteriore per mettere in atto una strategia informativa di “terra bruciata”. Il giornale diretto da Pedro J. Ramírez si lancia in una difesa di Esperanza Aguirre, raccontandoci che a calle Génova hanno dei dossier sul suo vicepresidente da tanto tempo. Si dice che dietro le “rivelazioni” ci sia proprio Rajoy.
Quello che pubblica El Mundo riguardo a questi dossier getta indubbiamente ombra su Rajoy, su l’ex tesoriere Álvaro Lapuerta, ma anche sullo stesso “investigato” Ignacio González. Si crea un effetto boomerang: le informazioni sui dossier che vorrebbero incolpare la sede del Partido Popular finiscono per disseminare dubbi sulla condotta di Ignacio González. Una curiosa forma di difendere Esperanza Aguirre.
Da parte sua la Presidente della Comunità di Madrid, nelle sue dichiarazioni pubbliche non ha voluto assecondare questo gioco de El Mundo e non le è sfuggita una parola cattiva su Rajoy o le alte sfere del Partido Popular.
Chi beneficia di tutto è Zapatero e gli altri beneficiari sono quelli che sono impegnati nella “persecuzione” e demolizione del Pp, nell’accelerare la sua crisi. Chi ci perde sono Aguirre, Rajoy e, anche se forse non lo crederà, anche Gallardón. Ma a perderci sono soprattutto gli spagnoli che rimangono senza un’opposizione che sarebbe molto necessaria.