Il movimento sciita libanese Hezbollah ha comunicato al governo presieduto da Fuad Siniora di non essere responsabile del lancio di razzi di questa mattina dal Sud del Libano verso Israele. Lo ha reso noto il ministro dell’informazione libanese Tareq Mitri citato da fonti di stampa, secondo cui l’esecutivo è stato informato della estraneità di Hezbollah alla vicenda da responsabili dello stesso movimento sciita, prima che il governo iniziasse una riunione già in programma per oggi. Hezbollah fa parte del governo di unità nazionale libanese, con il ministro del lavoro Mohamed Fneish. Di certo non è stata la Fata Turchina. Il Ministro degli Esteri Franco Frattini, non appena avuta notizia dei lanci missilistici dal Libano meridionale verso il territorio di Israele, ha avuto stamani urgenti colloqui telefonici con il comandante dell’UNIFIL, Generale Claudio Graziano, e con il Primo Ministro libanese Fouad Siniora, al fine di acquisire informazioni dirette e valutazioni sulla situazione nell’Area. Lo rende noto la Farnesina in un comunicato. Il Ministro Frattini, che si trova a Praga per la riunione informale dei Ministri degli Esteri dell’Unione Europea, informerà a riguardo i colleghi nel corso della sessione di lavoro della mattinata. Il premier libanese Fuad Siniora ha condannato con forza poco fa il lancio di razzi di questa mattina dal Sud del Libano contro Israele. «Ciò che è accaduto al Sud è una violazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell’Onu (che nel 2006 ha posto fine alla guerra tra Israele e Hezbollah)» ha affermato il premier citato dall’agenzia ufficiale Nna. «Il Libano respinge atti del genere. Il lancio di razzi è un comportamento inaccettabile ed è stato messo in atto da alcuni elementi che non vogliono la stabilità in Libano e vogliono imporre al Paese qualcosa che esso non vuole» Azioni del genere «non sono utili agli interessi del Libano o dei palestinesi», ha continuato il premier che ha d’altro canto chiesto all’esercito libanese, in cooperazione con l’Unifil, di intensificare le necessarie misure «per impedire il ripetersi di attività del genere».



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