Era tutto nato sotto i migliori auspici. Grande cordialità, tanti sorrisi e dimostrazioni di amicizia. Poi, dopo la dichiarazione che in futuro Barack Obama visiterà Hiroshima e Nagasaki arriva la domanda che rompe l’idillio.

Qual è il suo giudizio sul significato storico del bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki? Pensa che sia stata la giusta decisione?



“Oggi chiaramente il Giappone ha un’unica prospettiva sull’argomento delle armi nucleari come conseguenza di Hiroshima e Nagasaki. Ma… lei aveva ancora una domanda… non sono sicuro di ricordarla. Era sulla Corea del Nord?”

No, era su cosa pensa della decisione degli Stati Uniti di usare la bomba atomica…



“No, no, no, c’erano alcune domande che lei ha fatto… una era sulla Corea del Nord?”

Si, sulla Corea del Nord.

E’ stato questo il colloquio tra una giornalista giapponese e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama in visita ufficiale nel paese del Sol Levante. Una domanda piena di insidie, ma che al Premio Nobel per la Pace e presidente Usa che vuole sfogliare il libro della storia pagina dopo pagina, promettendo di scriverne di nuove.

Eppure Obama ha glissato, non ha risposto alla domanda. E’ stato storicamente una decisione giusta l’uso di un’arma che ha posto fine alla guerra ma che ha sterminato centinaia di migliaia di vite in un attimo e che ancora oggi miete vittime a cinquant’anni di distanza per le radiazioni? Domanda complessa per Barack Obama, un po’ in crisi di popolarità e di fronte a riforme difficili da attuare. E la risposta non c’è.