Al confine fra Zimbabwe e Zambia, nel cuore dell’Africa Nera, ci sono le magnifiche cascate Victoria, meta di turisti d’oriente e occidente, ambito paradiso esotico, celebre passaggio di avventurieri e soldati di ogni risma. Purtroppo anche meta di alcuni forsennati. Difatti fra le rocce scoscese e solcate dai magnifici cascami d’acqua si insinua una protuberanza gradevole all’apparenza, ma assai insidiosa. Si chiama, e il nome non è a caso, la “piscina del diavolo”, altrimenti detta per gli anglofoni: the devil’s pool. Perché un nome sì terrificante? È presto detto. Perché all’interno detta protuberanza, nei mesi che vanno da settembre a dicembre, si accumulano le acque portate dalle cascate a formare un’enorme tinozza dove i turisti vanno a ristorare le membra. Il problema è che a bordo di questa ricomincia lo strapiombo, un volo di più di cento metri. Molti insani turisti, mettendo a rischio la propria vita sguazzano beatamente nel selvaggio liquido, correndo un pericolo a dir poco grave. Su internet non si contano più le foto di questi incoscienti che giocano, verrebbe da dire se di acqua non si trattasse, con il fuoco. Ci sono alcuni che si fanno immortalare mentre fingono di stare per cadere, altri che immortalano mettendo i piedi al bordo della piscina naturale, altri ancora, i più avventati, che fanno sporgere i loro figlioli minorenni. Per non parlare dei numerosi video presenti su youtube. Ci auguriamo che questa pratica cessi immediatamente, che qualche autorità indigena la vieti al più presto. Nel momento facciamo gli scongiuri augurando, a chi volesse avventurarsi in quegli anfratti, buon viaggio e molta prudenza.



 

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