La promessa elettorale di Obama di cambiare il modo di fare affari a Washington è stata messa alla prova la scorsa settimana nel primo progetto della nuova Amministrazione: un pacchetto di misure di stimolo per 825 miliardi di dollari che dovrebbe offrire una boccata d’ossigeno all’economia. Il pacchetto, per rispondere a interessi particolari, è stato però caricato con una serie di spese che avranno scarso effetto positivo, se non nullo, sull’economia.
Il Wall Street Journal ha scritto: «Abbiamo esaminato il pacchetto e proprio non riusciamo a crederci. C’è un miliardo di dollari per Amtrak, le ferrovie federali, che non fanno utili da quarant’anni; ci sono 50 milioni per quel grande strumento di creazione di posti di lavoro che è il National Endowment for the Arts (NdR. Ente federale per la sovvenzione a progetti artistici); 400 milioni per la ricerca sul riscaldamento globale e altri 2,4 miliardi di dollari per progetti dimostrativi sul sequestro di anidride carbonica. Ci sono perfino 650 milioni in aggiunta ai miliardi di dollari già distribuiti per pagare i coupon per la conversione alla TV digitale (NdR. Si tratta di un programma di sovvenzioni ai consumatori per acquistare i convertitori per la TV digitale)». Secondo i calcoli del quotidiano «per ogni dollaro, solo circa 12 centesimi sono per qualcosa che può credibilmente essere considerato uno stimolo alla crescita».
Nel pacchetto sono stati inclusi anche milioni di dollari per combattere il fumo e le malattie veneree. Un discusso provvedimento per finanziare la contraccezione è stato così difeso dalla speaker della Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi: «Beh, i servizi di pianificazione familiare riducono i costi… Gli stati sono in una crisi terribile con i loro budget e una parte di ciò che noi facciamo per la salute dei bambini, per l’educazione e alcune di queste iniziative sono per aiutare gli stati a far fronte alle loro necessità finanziarie. Una di queste, da voi citata, la contraccezione, ridurrà i costi per gli stati e per il governo federale». Prima del voto, questo articolo è stato ritirato su richiesta del Presidente Obama.
L’economista Martin Feldman, un sostenitore della necessità di misure di stimolo, ha definito il piano «un errore da 850 miliardi di dollari», spiegando che i tagli alle tasse aiutano poco l’economia, poiché solo il 15% del denaro è dedicato realmente al risparmio o al pagamento dei debiti. Anche gli stanziamenti a favore degli stati saranno, a suo parere, di scarso aiuto: «I maggiori investimenti proposti equivalgono a scrivere assegni illimitati ai governi statali. Circa 100 miliardi di dollari verranno dedicati all’aumento del “Medicaid matching rate” una tecnica per ridurre il costo dell’assistenza sanitaria statale (NdR. Addossandone una parte al bilancio federale), così da liberare risorse da investire in qualsiasi cosa il governatore e l’assemblea legislativa dello stato decidano. Altri 80 miliardi andranno in favore del fisco degli stati. Queste forti somme porteranno realmente a investimenti addizionali o finiranno semplicemente a finanziare trasferimenti all’interno dello stato o a evitare ai governi statali la necessità di un temporaneo aumento di tasse o dell’emissione di obbligazioni?».
La Camera, controllata dai Democratici, ha approvato il provvedimento, ma non si è riusciti a convincere nessun Repubblicano ad appoggiarlo. Ora il pacchetto deve passare al Senato, dove è destinato a incontrare l’opposizione di Repubblicani e Democratici, incluso il senatore McCain. Il senatore Ben Nelson, famoso per costruire coalizioni bipartisan (la ”Banda dei 14”) sta cercando di migliorare il piano attraverso la sostituzione dei miliardi previsti per spese inefficaci sulla crescita con investimenti in infrastrutture, che creeranno direttamente posti di lavoro.
Anche i cittadini non sono convinti. Il deputato Repubblicano Jim Gerlach ha riferito che nel suo distretto, a maggioranza pro Obama, le telefonate e le mail da cittadini erano “«tre/quattro a uno contro il provvedimento».
Nei giorni scorsi il presidente Obama ha tuonato contro i banchieri di Wall Street per essersi assegnati 20 miliardi di dollari in bonus, mentre lui si preparava a chiedere al Congresso più soldi per spingere l’economia: «Questo è il massimo della irresponsabilità. È vergognoso». Nel frattempo, questo primo giro al Congresso ha fatto poco per rassicurare il paese sul cambiamento promesso.
Nella sua rubrica sul Wall Street Journal, Peggy Noonan ha parlato la scorsa settimana di una opportunità persa: «Non ci si è resi conto del periodo in cui siamo, non ci si è resi conto che i vecchi metodi di spendere in una particolare area o di oliare gruppi particolari per ottenere voti sono passati, finiti, imbarazzanti… Così appaiono i rappresentanti Democratici, non gente che sta rispondendo a una crisi, e neppure gente che la ignora, ma gente che la sta utilizzando. Il nostro promettente e convincente presidente non avrebbe dovuto presentare questo provvedimento. Questa settimana ha fatto notizia andando alla Camera per incontrarsi con i Repubblicani. Avrebbe potuto fare storia ascoltandoli».