Roxana Sebari, la giornalista irano-americana condannata da un tribunale di Teheran a otto anni di carcere per spionaggio, comincerà oggi lo sciopero della fame. Lo hanno detto alla televisione Abc i suoi genitori.
“Sia la madre che il padre hanno tentato di dissuaderla, ma lei ha rifiutato”, ha scritto sul suo blog il giornalista della Abc George Stephanopoulos, che si trova nella capitale iraniana dove ha intervistato il presidente Mahmud Ahmadinejad.
Assume contorni drammatici, quindi, la situazione della giovane giornalista, in difesa della quale si sono pronunciati in questi giorni sia gli Usa che l’Unione Europea, e il cui patrocinio legale potrebbe essere assunto da Shirin Ebadi, Nobel per la Pace nel 2003. E un appello per la sua liberazione è stato ora diffuso tramite il web anche dal fidanzato della ragazza, il regista curdo iraniano Bahman Ghobadi.
“Roxana è vittima dei giochi politici dell’Iran”, scrive Ghobadi in una lunga lettera pubblicata in tre lingue (farsi, inglese e francese) sul sito news.gooya.com.
Ghobadi chiede alle autorità di Teheran di liberare la ragazza, poiché – dice – “non ha colpe ed è troppo debole, troppo pura, per essere coinvolta nei vostri giochi”. Il regista, vincitore anche di premi in Europa, si attribuisce con toni accorati la colpa di aver trattenuto in Iran la fidanzata, che dopo sei anni nel Paese non era più partita proprio per restargli accanto, continuando a lavorare al progetto di un libro (“un elogio all’Iran”, lo definisce lui), fino all’arresto.
“Come possono accusare di spionaggio una persona che passava i giorni chiusa nel mio appartamento e vedeva solo me – chiede il regista -, una persona che stava cercando qualcuno che le finanziasse la pubblicazione del libro qui in Iran?”.
“Sono venuto a sapere che è depressa, piange tutto il tempo. E’ una persona molto sensibile, rifiuta di toccare cibo”, conclude Ghobadi, preoccupato per le condizioni di salute della ragazza e confermandone indirettamente la volontà di uno sciopero della fame.