È in corso un «bagno di sangue» in Sri Lanka: lo denuncia l’Onu, che stima vi siano anche oltre 100 bambini tra le centinaia di vittime dei bombardamenti degli ultimi giorni. L’esercito accusa le Tigri Tamil della mattanza, mentre i ribelli puntano l’indice contro il governo, che avrebbe bombardato le zone nelle quali si trovano i rifugiati fuggiti dalle zone di guerra. Durissima la condanna della comunità internazionale: ha iniziato stamani Gordon Weiss, portavoce delle Nazioni Unite a Colombo, che ha denunciato un vero e proprio «bagno di sangue» nell’ultimo week-end. «Le Nazioni Unite – ha detto alla stampa Weiss – hanno continuamente avvertito le autorità di uno scenario da bagno di sangue, dal momento che il numero delle vittime civili è aumentato negli ultimi mesi, con l’acuirsi dei combattimenti. Il grande numero di civili uccisi nello scorso fine settimana, tra cui oltre 100 bambini, dimostra – ha concluso Weiss – che il bagno di sangue è diventato realtà». Il sito ufficiale delle Tigri Tamil accusa il governo di una «carneficina continua», annunciando che sarebbero almeno 3500 i feriti uccisi da domenica e 130.000 quelli rifugiati nelle zone di guerra senza adeguata assistenza e ricoveri. Fonti governative sanitarie dalla zona di guerra hanno comunicato che colpi di artiglieria avrebbero ucciso 378 civili e ferito oltre mille persone, ma le vittime sarebbero da attribuire al fatto che i civili vengono usati dai ribelli Tamil come scudi umani. Il governo, poi, smentisce categoricamente i bombardamenti contro i civili, etichettando le notizie che arrivano dalle zone di guerra, come “propaganda” messa in piedi dal network mondiale delle Tigri. Il ministero della Difesa di Colombo si è affrettato ad annunciare di aver portato in salvo, nelle ultime 48 ore, almeno mille civili, e di aver liberato una ventina di bambini soldato costretti dalle Tigri ad impugnare le armi.