Potrebbe essere legalizzata la poligamia in Kenya, dove è estremamente diffusa a tutti i livelli, anche quelli più alti e colti della società, sia rurale che metropolitana.
Finora è solo tollerata: le legge prevede che si possa avere una sola moglie. Quelle al di fuori del matrimonio ufficiale sono considerate impalmate in base a rituali tradizionali, non registrabili in alcun modo in maniera ufficiale.
Ora stando ad una proposta di legge presentata in Parlamento che sembra godere di una vasta maggioranza, tutto potrebbe cambiare. Sarebbe riconosciuta (e non tollerata come costume tradizionale) la poligamia, ed anche registrata.
Però quando ci si sposa (come riferisce oggi il quotidiano Nation, il più diffuso del Kenya) si deve dichiarare, insieme alla moglie, se si opta per la condizione di monogamo o di poligamo. Elencando, nel caso, il nome delle altre mogli, che saranno a loro volta registrate.
Non solo, ma – almeno in teoria – l’opzione, monologo o poligamo, dichiarata non può essere poi cambiata.
La Chiesa, in generale, è contraria alla legalizzazione della poligamia, ma molti legali la difendono poiché ritengono che in questo modo sarebbero difese le spose ‘tradizionali’, e soprattutto i figli di quelle unioni non sarebbero legati per il loro futuro solo alle decisioni unilaterali paterne, ma avrebbero diritti precisi. Almeno stando alla legge.
Nella stessa proposta di legge è previsto che l’età minima per il matrimonio sia fissata a 18 anni sia per lui che per lei.
La speranza è di rallentare, se non arrestare, il fenomeno dilagante delle spose bambine che – soprattutto nelle zone rurali – sovente le famiglie più povere debbono offrire in spose a signori magari anziani ma facoltosi, per ripianare debiti, o comunque ricevere una ricca dote.